di Loredana Barillaro
Un’architettura della geografia, una geografia emotiva, del ricordo e dell’esperienza. Oltre che del viaggio. Materia, carta, tessuto, abbraccio, spazio. Ogni singola parola diviene appiglio per una narrazione. Ogni elemento si lega magicamente all’altro in una trama poetica in cui l’osservatore si trova come in un abbraccio. Tessuti che piegandosi in origami bidimensionali “abbracciano” le pareti della galleria in un movimento geometrico razionale, ma al contempo emotivo. Così come la grafia, derivante dall’esercizio dell’apprendere, realizza un momento in cui comprensione e distanza si equivalgono senza alcuna opposizione. E’ questo che si è potuto avvertire visitando la mostra di Zeuler Lima dal titolo “Disegno Vissuto” nello spazio di SRISA Gallery, e conclusasi il sette gennaio. Ed ogni elemento ci parla dell’artista, dei suoi viaggi, delle sue esperienze, del suo vissuto, appunto. Una sorta di biografia figurata in cui ogni cosa ne costituisce un tassello. Il viaggio come trascrizione del paesaggio, la natura che si unisce all’intelletto, alla riflessione. L’abbraccio come estensione di noi stessi nello spazio fisico; il segno, la carta nella sua delicatezza, il nascondere e lo svelare, a creare un equilibrio nell’apprendimento di un linguaggio pacato che non mostra contrasti o segni di opposizione. Tutto interviene nell’atto di costruzione di una storia, quella dell’artista che ci descrive e ci rende partecipi del suo vissuto. Un percorso ideale e fisico che si conclude per ogni spettatore nell’imprimere la propria firma, ed è bellissimo il racconto che Zeuler Lima ne fa. Ci racconta che una leggenda narra che quando in Giappone non era stata ancora importata la scrittura cinese le persone per poter comunicare si inviavano dei sassi, e questi sassi, a seconda della loro superficie, narravano la qualità della notizia. Se il sasso era liscio allora la notizia era buona, al contrario, il messaggio era brutto, triste. In mostra l’artista ha portato un bellissimo sasso che si trovava nella sua casa in Giappone e, pensandolo come una sorta di matita, esattamente come uno strumento di scrittura, lo ha collocato su di una pila di leggeri fogli di carta. Ognuno, prendendolo, può così imprimere il proprio messaggio inconsapevole, lasciando che sia il proprio stato d’animo ad imprimersi mediante la forza della mano, senza bisogno di altro, senza bisogno di ulteriori segni, gesti parole. A descrivere la bellezza di questa mostra, a lasciare un messaggio di auguro per l’esperienza vissuta.
Per entrambe: veduta della mostra. Courtesy SRISA Gallery.
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