UNA CLASSICITA’ IN DIVENIRE | Intervista ad Angelo Gueli

di Loredana Barillaro | 

Angelo, parlami del tuo percorso – e processo – creativo, di recente hai parlato di approccio alla rivisitazione della tradizione” più che alla tradizione stessa…

Angelo Gueli/ La prima cosa che mi viene da dire è che per il mio lavoro utilizzo carta, tele, matite, pastelli, pennelli, che sono tutti strumenti tradizionali. In più la formazione di architetto mi porta a inserire i temi propri dell’architettura classica all’interno del mio percorso artistico. Ecco che la rappresentazione di edifici e soggetti che richiamano la classicità è stata ed è per me più che naturale, mi viene quasi istintivo usare questi temi per “raccontare”. Ma nulla è più in itinere della classicità! Per quanto possa sembrare strano, non esiste un canone immutabile nella classicità, essa ha un’infinità di sfumature ed è all’interno di queste gradazioni che vuole inserirsi il mio lavoro.  

Negli anni recenti hai attraversato due fasi distinte ma non del tutto separate in quanto vicine cronologicamente e contenutisticamente. In che cosa si distinguono esattamente e in cosa, al contrario, sono somiglianti?

AG/ La prima e più evidente differenza è nella tecnica. Ho lavorato alcuni anni con la china su carta, questa tecnica ha l’indubbio vantaggio che a livello di rappresentazione consente di scendere nel dettaglio con sfumature e tratteggi che possono definire anche particolari minuziosi e inoltre con i moderni strumenti è possibile produrre delle stampe in edizione limitata. In questi anni ho sviluppato una certa “ossessione” per i fari: tutte le chine esposte al Ristorante Konnubio rappresentano dei fari immaginari, sono molto legato a questo soggetto che per me è un elemento salvifico.

In quella che tu giustamente definisci come seconda fase, pur continuando a usare la carta come supporto, ho iniziato a utilizzare una tecnica mista con colori intensi e contrasti evidenti, dopo una lunga pausa ho ripreso a usare pastelli, oli, pennelli e carboncino ma anche foglia d’oro e punte da incisione. Questo “modo” ha come bagaglio l’oggettiva impossibilità di scendere troppo nel dettaglio, così nelle ultime opere mi sono costretto a un lavoro di sintesi, concentrandomi su pochissimi elementi e comunque mantenendo sempre quel rapporto inscindibile che vedo tra l’essere umano e il suo doppio sotto forma di architettura.

Lesposizione La forma dellintelletto” a cui abbiamo lavorato insieme – in corso al Ristorante Konnubio fino al 14 aprile, e che hai citato poco fa – ti apre ad una nuova tipologia” di pubblico. Che cosa ti suscita ciò?

AG/ Quando mi hai proposto questa per me nuova esperienza ho pensato che avrebbe ribaltato ciò che fino a oggi sono state le mie esperienze espositive. Ma ho anche riflettuto sul fatto che mi avrebbe avvicinato a persone che altrimenti difficilmente avrebbero avuto occasione di “incontrare” il mio lavoro. Cucinare è un’arte e godere di buon cibo stando a tavola con gli amici è uno dei modi migliori che abbiamo di rendere intense e memorabili le esperienze. Tutti abbiamo dei ricordi che ci legano a un piatto o al momento in cui quel piatto lo abbiamo condiviso. Aggiungere la presenza di opere d’arte alla convivialità che si crea intorno a un buon bicchiere di vino e a un buon piatto mi sembra un approccio interessantissimo, se questo poi si lega a un vasto programma curatoriale come quello che porti avanti con Konnubio allora penso che sia un modo sorprendente di avvicinare le persone al mondo dell’arte.

 

Dall’alto: FARO 1, 2021. Stampa ad ed. limitata di 99 su carta Turner 300 g, 42x 59,4 cm. ATTESA, 2025. Tecnica mista su carta 50% cotone Fabriano 300g, 40×30 cm. Vedute della mostra.

 

© 2025 Loredana Barillaro e SMALL ZINE

NEWS

Archivio

SMALL ZINE da sempre si  connota per una linea editoriale sobria, rigorosa e per una costante attenzione alla qualità dei contenuti. Semplice, chiaro, immediato e di efficace fruizione. Un progetto che pone attenzione alla scena artistica contemporanea del panorama nazionale e internazionale. 

SMALL ZINE – Magazine online di arte contemporanea © 2025 – Tutti i diritti riservati.