fino al 28 aprile 2023
Luce Gallery, Torino
Luce Gallery è lieta di annunciare la collettiva “The Dance” che coinvolge Kika Carvalho, Danielle De Jesus, Yaya Yajie Liang, Emmanuel Massillon, Pedro Neves, Thomias Radin, Austin Uzor e Sydney Vernon, a Torino fino al 28 aprile 2023.
Attraverso quindici opere, che spaziano dalla pittura al disegno e alla scultura, “The Dance” investiga i movimenti ritmici – sia letterali sia metaforici – degli stili della danza. Profondamente radicata nelle nostre storie culturali, l’espressività del movimento si riferisce alla celebrazione, al rituale o semplicemente ad un distinto pattern o tempo. Ogni lavoro esposto affronta varie connessioni con la storia dell’arte, qualità astratte o riferimenti simbolici alla danza nelle arti visive. La mostra intende esplorare la miriade di modi con cui gli artisti contemporanei possono interpretare, stratificare o riconsiderare questo tema classico. Il dinamismo del movimento, l’eleganza dei pattern, i passi aggraziati e i ritmi dei rituali ancestrali hanno ispirato gli artisti per secoli. In Bomba Combativo (2023) di Danielle De Jesus, una giovane donna leggiadra ruota il busto facendo oscillare la sua sottogonna scarlatta con i movimenti della Bomba. Le origini di questa danza tradizionale portoricana risalgono ai popoli africani ridotti in schiavitù e alle tribù indigene Taínos. Essendo praticata tutt’oggi, la Bomba crea un legame profondamente radicato con gli antenati di Porto Rico e diventa motivo di orgoglio e ribellione contro i coloni che hanno cercato di cancellare le loro tradizioni.
Anche Musical Chairs (2023) di Sydney Vernon e Summer Birds They Sing Their Song I e II (2023) di Kika Carvalho si interrogano sul dialogo tra corpo e suono e dinamicità nello spazio e nel tempo. Il primo, un disegno in grafite su carta, si sofferma sulla libertà dei movimenti di un gruppo di persone che, in un momento di svago all’aperto, si diverte con il gioco delle sedie musicali. I due dipinti, invece, ritraggono la stessa giovane donna nera, appena sveglia, in una sequenza di movenze fluide e imprevedibili scandite dal canto degli uccelli.
L’influenza della danza non è tuttavia limitata alla figura umana e spesso può riferirsi a movimenti ritmici o lirici. Nel dittico di Pedro Neves, Movement 1 and 2 (2023), vediamo flussi ed intrecci di linee sottili che scendono verso il basso su sfondi blu rappresentando la pioggia. In Movement 1, queste linee toccano il tetto, mentre le immaginiamo “danzare” sulla superficie, tamburellando al ritmo della natura. Atmosfere notturne, in cui il soffio del vento oscilla la superfice del mare di Danse Nocturne (2023) di Thomias Radin e fa ondeggiare le tende alla finestra in Drifting Hibiscus (2023) di Austin Uzor, evocano la dimensione fluttuante del sogno. La danza può anche essere simbolicamente rappresentativa. Un linguaggio comune chiamato “danza” si riferisce a quando ci impegniamo in una negoziazione di priorità contrastanti in cui l’equilibrio, l’abilità e la meticolosità sono cruciali per il successo. In questo senso, molti dei lavori potrebbero richiamare qualsiasi numero di conflitti contemporanei dai nostri rapporti quotidiani alle relazioni razziali.
In Dog Food (Water Hoses and Fire Trucks) (2022) di Emmanuel Massillon vediamo due grandi cani feroci che saltano sui lati opposti della tela, pronti ad attaccare su uno sfondo astratto blu, grigio, giallo e rosso. Questa scena ricorda la storia dolorosa dei dimostranti per i diritti civili negli anni ’60, quando la polizia ha usato i cani per attaccare chi manifestava pacificamente. Qui la negoziazione tra due gruppi è complessa, aggressiva e ingiusta, lasciando gli osservatori ad interrogarsi: come possiamo persino iniziare a relazionarci con conflitti così impossibili? Ulteriori affinità tra danza e arte ritroviamo nel reiterato movimento fisico della mano che determina il gesto pittorico, come esprime Echoing in Time (2023) di Yaya Yajie Liang. Sulla sua tela si espandono masse di colore come onde sonore, che suggeriscono melodie ritmiche. Se contemplate nel loro insieme, le opere esprimono ciò che significa vedere, sentire e sperimentare la “danza” oggi nell’arte visiva contemporanea.
Biografie
Kika Carvalho (1992, Vitória, Brasile) è un’artista visiva di base a Rio de Janeiro che principalmente lavora con la pittura. La pratica e ricerca artistica di Carvalho sono incentrate sul colore blu che ricorda sia il suo legame con il suo paese di origine che la storia della pittura.
Danielle De Jesus (1987, New York, Stati Uniti) è una pittrice e fotografa Nuyorican di base a Queens. Il suo lavoro si ispira alle esperienze personali con la gentrificazione e displacement nella sua città natale di Bushwick e incoraggia una riflessione sugli effetti negativi del capitalismo e del colonialismo presenti nell’America urbana.
Yaya Yajie Liang (1995, Henan, Cina) è una pittrice di base a Londra. Spesso traendo ispirazione da altre forme artistiche come la letteratura e il cinema, le sue opere sono studi sulla momentanea sensazione, percezione, narrazione e materiali.
Emmanuel Massillon (1998, Washington D.C., Stati Uniti) è un artista concettuale afroamericano basato a Washington D.C. e New York. Lavorando con diversi media, tra cui pittura, fotografia, scultura, tecnica mista e installazione, Massillon esplora la complessità delle questioni di razza, identità e cultura incoraggiando riflessioni su temi di significato politico e sulle realtà della vita quotidiana.
Pedro Neves (1997, Imperatriz, Brasile) è un artista visivo di base a Belo Horizonte che lavora con la pittura, scultura e fotografia. Il suo lavoro nasce dal bisogno di ripensare la storia del Brasile accrescendo la rappresentazione delle culture tradizionali e della vita familiare quotidiana, affrontando contemporaneamente questioni di colonialismo e imperialismo che affliggono ancora il paese.
Thomias Radin (1993, Les Abymes, Guadalupe) è un pittore a base di Berlino. Con un background come curatore e direttore artistico di danza, Radin equipara il movimento e il sentire della danza con il processo di pittura, riferendosi ad esso come un’”intuitiva libertà di espressione”.
Austin Uzor (1991, Nigeria) è un artista di base a New York che lavora con la pittura e il disegno. Il suo lavoro esplora l’”ignoto” esaminando gli spazi psicologici, sentimenti e realtà alternative alla ricerca di verità esistenziali, spesso concentrandosi sui traumi legati al displacement.
Sydney Vernon (1995, Contea di Prince George, Maryland, Stati Uniti) è un’artista visiva di base New York che utilizza diversi media, tra cui pittura, video e performance. La sua pratica è fortemente ispirata alla sua storia familiare, alla cultura dei Neri d’America e a profonde indagini interiori.
Per info:
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Video delle mostre: www.lucegallery.com/video.php
Orari: da martedì a venerdì, 15.30 – 19.30
Ufficio Stampa:
THE KNACK STUDIO
Tamara Lorenzi
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