di Loredana Barillaro |
E’ una quotidianità semplice quella di Giovanni Duro, quella che compare nei sui dipinti. E’ quella semplicità che ci manca, che non sappiamo di avere, che pensiamo di non volere o che qualcosa ci spinge a non considerare. Le tele in mostra sono intrise di una bellezza antitetica, rara, poiché spesso condizionata da canoni a cui ci siamo dovuti adeguare per essere “al passo con i tempi”. Esse sono cariche di entusiasmo, un entusiasmo che l’artista non ha paura di mostrare, di esprimere scegliendo cromie non sempre rintracciabili in quanto ci circonda.
Vasi di fiori, tazzine da caffè, frutta, interni, libri e oggetti personali, è la realtà così com’è, così come l’artista la coglie; egli vi assegna colori, linee, parole per redigere la trama di un racconto intimo, ma che qui si espone allo sguardo altrui, trasformandosi in un’ambientazione comune. Che sia la maniglia di una porta, un frutto stranamente blu, il cartone di una pizza, tutto è degno di essere trattenuto e mostrato sulla tela. E ad insistere è anche una componente “pop” nettamente suggerita dall’uso di colori irriverenti, capaci di trasformare e accendere gli oggetti più comuni creando un’atmosfera briosa e dai toni ottimistici.
Ma che cosa mettiamo nel nostro quotidiano? “Colori forti e forme semplificate” è quello che ci mette l’artista, in un modo di dipingere quale atto terapeutico, il ritrovarsi in questo o in quell’oggetto, in questo o in quel dettaglio.
Giovanni Duro appartiene a quella categoria di artisti che ama dipingere la quotidianità, l’immediatezza di cui sono fatte le nostre vite. Egli sembra dire “sono, mi piace, dunque faccio”, perché in fondo siamo quello che siamo, non abbiamo bisogno di sovrastrutture, di inverosimili background da portarci dietro. Quello di cui ci circondiamo ci racconta, ci identifica, e questo ci basta, perché siamo fatti della stessa pasta di ciò che abbiamo intorno. Non sono forse gli oggetti che acquistiamo a raccontare di noi, le forme che amiamo, i colori di cui vestiamo, i libri che scegliamo, i quadri che appendiamo alle pareti delle nostre case?
L’artista mostra la capacità di farsi ispirare da forme semplici in una pittura che non è però un mero vezzo, ma è capace di parlare della contemporaneità, delle sue sfumature e implicazioni. Non è pertanto solo giovialità quella che abbiamo davanti, la spensieratezza che traspare da un figurativo straniante è anche strumento per riflettere sulle ineguaglianze presenti nella società.
Il suo non è uno sguardo veloce alle cose, ma è un soffermarsi sugli aspetti del nostro quotidiano, e l’arte fornisce a Giovanni Duro la possibilità di giocare con la realtà, sì di trasformarla, ma di fornire al suo pubblico una visione scevra da qualsivoglia condizionamento, per collocarsi finalmente, e semplicemente, nel tempo presente.
Dall’alto: Composizione con piatto di ciliegie, pizze e bicchiere su tovaglia multicolore, 2024. Acrilici e pennarelli indelebili su tela, 60×80 cm. Composizione con limoni, 2023. Acrilici su tela, 70×50 cm. Per entrambe courtesy dell’artista.