L’IRONIA DELLA SORTE
Walter Carnì Luca Cofone
Il lavoro di Walter Carnì sembra partire da un dualismo, da una certa “doppiezza”, forse l’ironia che introduce al dramma, se così vogliamo chiamare tutta la commedia umana, ponendosi come tramite fra l’arte e una società così ricca di simboli, a volte banali, talaltra difficili da decifrare. L’artista come uno strumento capace di colmare distanze o accentuare le dissonanze. Con una manualità molto forte Walter Carnì pone lo sguardo alla materia. Quella che, ad un certo punto, gli giunge dai materiali di recupero, materiali che sono pronti a ritrovare consistenza e valore a contatto con lo spazio in cui è l’artista ad intervenire, nella relazione fra la performance e gli strumenti che egli vi pone. Nella recente esposizione al MACA di Acri (Cs) dal titolo “I Stay Here”, le opere di Carnì, pur necessitando di maggior spazio vitale, riescono a trasmettere tutta la tensione che vi è insita ed in cui l’aspetto tattile e talora ludico contrasta con il ricordo del dramma che ne deriva. Nell’opera del 2006 dal titolo Autoritratti ’79, ogni uovo corrisponde ad un anno della vita dell’artista a partire dalla sua data di nascita, il 1979, fino ad arrivare all’anno in cui termina l’installazione, il 2006. Su ognuno di essi egli pone gli articoli degli otto argomenti più significativi di ciascun anno. Ecco allora che il dato biografico si sviluppa parallelo al racconto collettivo. Ritagli di vecchi giornali come pelle a ricoprire le membra di ciò che è stato, vissuto, racchiudendolo però nell’involucro di ciò che ancora non è in essere. Forse un nuovo Big Bang? Della serie “il meglio deve ancora arrivare”.
AUTORITRATTI 79, 2006. Cartapesta, dimensioni ambientali. Veduta della mostra I Stay Here, MACA, Acri (Cs).
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