IL SILENZIO DELLA PITTURA
Niklaus Manuel Güdel
– Loredana Barillaro
Nel lavoro di Niklaus Manuel Güdel, il bianco è il colore dell’assenza, o forse dell’attesa, di qualcosa che ancora non ha preso forma, non si è del tutto compiuto. Questo l’aspetto che emerge soprattutto nei dipinti degli ultimi anni, ad esempio in Grand Hotel Costa Rica del 2016, appartenente alla serie Retour à la couleur, dipinto che ha valso all’artista l’assegnazione della Menzione Speciale SMALL ZINE nell’ambito della quarta edizione dell’Art Prize CBM – Premio Carlo Bonatto Minella, indetto da Areacreativa42 e che aveva come tema proprio “le forme dell’attesa”. Lo spazio sembra infatti saturarsi di un’atmosfera di attesa in cui si rimane fermi ad aspettare che qualcosa accada, che qualcuno giunga; tutto all’apparenza è pronto, ma ancora non completamente compiuto, poche tinte e una pennellata “spontanea” connotano l’insieme di una certa irrealtà. Una pittura delicata, dipinti, quelli di Niklaus Manuel Güdel, che sembrano denotarsi oltre che per un minimalismo delle forme – tale da conferire talvolta uno stato del “non finito” – per un uso essenziale di tinte rintracciabili fra i colori primari e secondari, il blu, il rosso, il verde soprattutto, chiamato a pacificare l’atto della visione. Il lavoro dell’artista, nato in Svizzera nel 1988, si connota forse per un figurativo “al limite”, in cui la composizione dei dipinti oscilla fra sostanza ed etere, come quelli recentissimi e rintracciabili nella serie succitata Retour à la couleur. L’artista infatti lavora per serie, all’interno, ad esempio, di Comme un blanc, prevalgono le cromie del bianco e del blu in un’identica attenzione ai soggetti, ma nell’abbandono quasi totale della trattazione del colore; o ancora, facendo un passo indietro Le silence des animaux. Tutte facilmente riconoscibili pertanto dal cromatismo che l’artista assegna ad ognuna di esse. Una pittura non costretta in rigidi schemi, pur palesandosi in una sorta di geometrismo in cui la composizione appare sostanzialmente divisa in due: lo spazio che circonda e “incornicia” l’elemento posto al centro, sovente un oggetto inanimato che l’artista lascia bianco, e che egli nel corso del tempo quasi “ritaglia” nel dipinto a voler sottolineare con forza che ad essere veramente importante è ciò che manca, ciò che è evocato, a conferire al dipinto un senso di sospensione temporale, come se la mano dell’artista, attendesse di agire ancora sull’opera. È certo una pittura raffinata ed elegante, “astratta” quanto basta e rigorosa il giusto. Un bilanciamento equilibrato di piani e accostamenti cromatici. E l’elemento vegetale, anch’esso protagonista, è il contesto in cui l’artista pone i suoi soggetti, li fa vivere, li fa respirare, li fa muovere o, semplicemente, li pone in attesa.
HOTEL COSTA RICA, 2016. Huile et fusain sur toile, 140×120 cm. Courtesy dell’artista.
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