di Loredana Barillaro |
Niccolò, la tua galleria si è imposta in maniera fruttuosa nel panorama della città di Firenze già da tempo, parlami del percorso compiuto.
Niccolò Mannini/ Non è stato un percorso facile, ho iniziato nel 2012 in una bottega d’arte, vendendo opere di artisti toscani del Novecento. L’amore con l’arte non è stato a prima vista, ma possiamo dire che è stata una conoscenza che si è trasformata e maturata nel tempo, tanto da far mio il motto che campeggia sulla facciata di palazzo Carnielo a Firenze “Onorate l’arte che è vita della vita”. Nel 2018 il desiderio di lavorare e parlare con artisti contemporanei era diventato così preponderante da portarmi ad aprire il mio spazio ed organizzarlo in galleria d’arte. Ovviamente si tratta di un “organismo vivente”, che si sviluppa con il tempo, con il reciproco scambio con artisti e colleghi da tutta Italia, con lo studio del mercato dell’arte e della sua storia. La pandemia mi ha dato poi l’opportunità di fermarmi a ripensare l’organizzazione interna, la scelta degli artisti e quindi, in un certo senso, ridefinire l’identità della galleria stessa. Da quel momento l’evoluzione di Galleria d’arte La Fonderia non si è fermata, continuando a proporre opere e mostre che si snodano dai Maestri del Novecento a giovani artisti emergenti e mid-career, che rappresento sul territorio nazionale.
Qual è lo stato del collezionismo fiorentino? E come va il contemporaneo?
NM/ Firenze è una città molto legata al passato, con una forte anima antiquaria. Questo comporta che una parte preponderante del collezionismo fiorentino sia legata ad una pittura tradizionale o ad artisti del Novecento, sia locali che nazionali. Tuttavia sto notando la tendenza in continua crescita di nuovi e giovani collezionisti ad investire e scommettere su artisti emergenti e mid-career che lavorano con vari media, interessandosi prima di tutto alla ricerca artistica ed alla sensibilità intrinseca dell’opera.
Che tipo di ricerca e di linguaggi predilige la tua galleria? Quali sono gli artisti con cui lavori?
NM/ La ricerca artistica che prediligo è basata sulla materia e lo studio della luce, con linguaggi che variano da quello prettamente pittorico allo studio approfondito dei materiali che vanno ad interagire tra loro. Tutto ciò senza però tralasciare la pittura classica da cui proviene la mia formazione. Sempre di più cerco di migliorare la selezione di artisti che proponiamo e di sviluppare una ricerca continua insieme a loro. Questo ha portato all’ingresso di Roberto Ghezzi tra gli artisti che trattiamo in permanenza, al quale dedicheremo una personale in galleria a ottobre. Filippo Cigni, emergente classe 1996, con cui stiamo intraprendendo un percorso di crescita, è un altro degli artisti con cui lavoriamo, insieme all’artista tessile Cristina Mariani, Antonio Cugnetto e Monograff, la cui prima personale “Azulejos” è attualmente in corso. Mentre Marco Ferri, che parte dall’importanza del gioco e della memoria, costruendo le sue opere attorno a questi concetti tramite stratificazione di vari materiali e acidi, e Claudio Cionini, che cattura nelle sue tele luci e atmosfere delle grandi città, sono gli artisti con cui lavoro da più tempo.
Niccolò Mannini è Direttore della Galleria La Fonderia di Firenze.
Dall’alto: Un ritratto di Niccolò Mannini. Veduta della mostra di Marco Ferri. Per entrambe courtesy Galleria La Fonderia.
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