UNA CERTA ESSENZA DELLE COSE
Silvia Trappa – Loredana Barillaro
Loredana Barillaro/ Figure plastiche esili, rese vivaci talora da una cromia intensa, sono tese verso l’alto e si reggono su gambe lunghe e sottili. Sembrano avere un che di ascetico, è così?
Silvia Trappa/ Qualche richiamo, anche inconscio lo ammetto, sicuramente c’è, l’idea dell’arricchirsi attraverso la privazione è qualcosa di congeniale al mio modo di fare arte; difatti tutto il mio lavoro è basato sul togliere, ed è in questo processo a levare che le forme si assottigliano, i lineamenti vengono ridotti ai minimi termini e il segno diventa linea pura. Quel che resta è solo quanto mi è necessario a cogliere l’essenza delle cose.
LB/ I tuoi disegni, che ritraggono volti orientali su “pezzi di cronaca giapponese” mediante l’inserto di ritagli di giornale paiono basati in gran parte sulla raffigurazione della fanciullezza, incentrati a partire dal tuo soggiorno a Tokyo…
ST/ Si, sono da poco rientrata da un’esperienza all’Ichiuroko Art Residence e ogni volta l’immaginario giapponese mi rimane addosso un po’ di più.
Questa serie di disegni ha preso forma proprio durante la residenza, ma in realtà è già da un paio di anni che lavoro sul tema dell’infanzia e dell’adolescenza, quest’ultima mi affascina in particolar modo…è un periodo di transizione per la mente e per il corpo concentrato in un lasso di tempo così breve che se ne può percepire il movimento.
LB/ Quanta bellezza è racchiusa nei corpi che disegni o modelli?
ST/ Spero molta! Ma è un’idea di bellezza particolare quella che inseguo… ha più a che fare con la precisione delle cose, per questo mi sono avvicinata alla cultura giapponese, dove la bellezza nasce da un equilibrio di forme e gesti che più che belli appaiono giusti.
LB/ Infine cos’è che prevale nel tuo lavoro la materia o la leggerezza del segno sulla carta?
ST/ Qualche anno fa avrei detto la materia senza alcuna esitazione… ora non potrei dirlo con tanta certezza; il disegno ha da sempre accompagnato la scultura prendendo forma in funzione di essa, ma con il tempo ha preso sempre più spazio fino a divenire un percorso a sé stante e non so prevedere quanto ancora si evolverà questo aspetto. Al momento sono due lati del mio lavoro che porto avanti parallelamente, e li vivo entrambi come necessità espressive.
La scultura richiede tempo e spazio mentre il disegno accompagna ogni mio spostamento materializzandosi su qualsiasi cosa mi capiti a tiro! È un modo immediato di fissare idee e impressioni, ma alla lunga il desiderio di sporcarmi le mani nella materia si fa sentire!
Da sinistra: TWINS, 2012. Resina, 110x20x10 cm. WEARETHEPEOPLE, 2013. Tecnica mista su carta, 40×30 cm. Per entrambe courtesy dell’artista.
(a pagina 12 del n. 9 di SMALL ZINE Gennaio – Marzo 2014)
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