Quasi | Amalia Pica

a cura di Francesco Stocchi

dal 12 aprile sino al 16 ottobre 2022 | Anteprima stampa: martedì 12 aprile, ore 11.00 – 13.00
Vernissage: martedì 12 aprile, ore 18.00 – 20.00
 

Fondazione Memmo, Roma

Fondazione Memmo presenta Quasi, prima mostra personale in Italia di Amalia Pica, in programma da martedì 12 aprile a domenica 16 ottobre 2022.
La mostra, a cura di Francesco Stocchi, rappresenta un nuovo capitolo della ricerca dell’artista argentina, incentrata sull’analisi delle strategie attuate nella comunicazione e, più in generale, sul ruolo del linguaggio.
Da anni Amalia Pica si interroga sulle dinamiche per mezzo delle quali si rende l’altro partecipe di un sentimento o di un’idea, attraverso l’utilizzo di disegni, installazioni, sculture, performance. Il pubblico viene spesso coinvolto nelle sue opere che invitano a forme di partecipazione di natura sia intellettuale sia fisica. Nella realizzazione dei suoi lavori, l’artista adotta oggetti d’uso quotidiano quali mobili, scarpe, bottiglie e utensili vari, utilizzati in un paradossale ribaltamento della semiotica e delle sue regole.
In occasione della mostra alla Fondazione Memmo, Amalia Pica presenta un corpo di sculture inedite, ideale prosecuzione della serie Catachresis, incentrata sulla figura retorica della catacresi. L’estensione di una parola oltre i limiti del suo significato rivela come linguaggio e immagini possano interagire tra loro, concorrendo alla definizione della realtà. La “gamba del tavolo”, il “braccio della sedia”, il “collo della bottiglia”: sono alcuni esempi di catacresi di cui si serve Amalia Pica per la realizzazione delle opere. Il risultato sono figure ibride, commistione di oggetti e forme antropomorfe o animali, dei “quasi” personaggi.

Ed è proprio questo avverbio – che esprime una condizione non pienamente raggiunta – a dare il titolo alla mostra. Quasi allude allo stadio intermedio delle sculture realizzate dall’artista, frutto di innesti paradossali e incongruenti, attraverso i quali Pica riesce tuttavia a suggerire figure e anatomie dotate di una grazia inaspettata.
Tutte le opere sono state realizzate dall’artista a Roma nel corso di numerosi sopralluoghi e soggiorni in città, durante i quali l’artista ha avuto l’occasione di collaborare con artigiani esperti nella lavorazione del vetro, elemento ricorrente nella sua pratica. Tra le fonti di ispirazione, le marionette osservate in alcuni laboratori artigiani e teatri; a differenza delle precedenti sculture della serie Catachresis, le opere presentate alla Fondazione Memmo mostrano infatti articolazioni, giunture e fili in grado di conferire loro mobilità, in una maniera che ricorda le tradizionali marionette del “teatro di figura”. In linea con la programmazione della Fondazione Memmo, l’artista ha avuto modo di avvicinarsi a Roma, alle sue storie e al tessuto produttivo artigianale della città, mettendo così in scena un nuovo capitolo della propria ricerca

Amalia Pica è nata nel 1978 a Neuquén, in Argentina. Dopo la formazione all’Instituto Universitario Nacional del Arte e all’Escuela Nacional de Bellas Artes P.P. (I.U.N.A.), entrambe a Buenos Aires, si trasferisce in Europa per studiare alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam, in Olanda. Attualmente vive e lavora a Londra. Il suo lavoro è stato presentato in istituzioni pubbliche e private in tutto il mondo.
Tra le mostre personali più significative si segnala: Quasi, Fondazione Memmo, Roma (2022); Accumulations and Overlaps, Tanya Bonakdar, Los Angeles; Pisapapeles, Proyectos Ultravioleta, Guatemala City (2021); Round Table (and other forms), Museum Haus Konstruktiv in Zurich (2020); ACCA Sevilla; While inside, Herald St, London (2019); please open hurry, PICA, Perth, and IMA, Brisbane; (un)heard, Cc Foundation, Shanghai (2018); ears to speak of, The Power Plant, Toronto (2017); ∩ ∩ C (line), Van Abbemuseum, Eindhoven (2014); Amalia Pica en el MNBA, National Museum of Fine Arts, Neuquén; MCA, Chicago (2013); Amalia Pica, Chisenhale Gallery, Londra; For Shower Singers, Modern Art Oxford; Chronic Listeners, Kunsthalle San Gallo (2012); babble, blabber, chatter, gibber, jabber, patter, prattle, rattle, yammer, yada yada yada, Malmö Konsthall, Malmö (2010).
Tra le collettive a cui ha preso parte: Fly me to the Moon. The Moon landing: 50 years on, Museum of Modern Art Salzburg e Kunsthaus Zürich; After Leaving | Before Arriving, 12a Biennale di Kaunas; The Stage Is Yours, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki, Finland (2019); 12a Biennale di Shanghai, Power Station of Art, Shanghai; Monuments to Us, Museum of Fine Arts, Boston; Stories of Almost Everyone, Hammer Museum, Los Angeles (2018); Soundtracks, MoMA, San Francisco; The String Traveller, S.M.A.K., Ghent; Drawing Biennial 2017, The Drawing Room, Londra; Asamble (performance), Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2017); Manifesta 11, Zurigo; Gwangju Biennale (2016); Expanding the Field of Play, Centre Pompidou, Parigi; Adventures of the Black Square, Whitechapel Gallery, Londra (2015); Ruins in Reverse, Tate Modern Project Space, London; When Attitudes Became Form Became Attitudes, Museum of Contemporary Art Detroit, Detroit (2013); On Apology, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco (2012); The Ungovernables, New Museum, New York (2012); ILLUMInations, 54. Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2011).
Le sue opere sono parte di collezioni di musei e fondazioni quali: Tate, Londra; Guggenheim, New York; Museum of Contemporary Art, Chicago; Stedelijk Museum, Amsterdam; Fundação De Serralves, Porto; MFA, Boston.

Francesco Stocchi (1975, Roma) è curatore del dipartimento di arte Moderna e Contemporanea del museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam e della Fondazione Memmo di Roma. Nel settembre 2021 ha co-curato la 34a edizione della Biennale di San Paolo intitolata Faz escuro mas eu canto e nel 2022 è il curatore del Padiglione Svizzero dell’artista Latifa Echakhch alla Biennale di Venezia. È direttore del Foglio Arte e scrive regolarmente di arte e cultura visiva. Vive ad Amsterdam.
 
La Fondazione Memmo nasce nel 1990 dal desiderio di Roberto Memmo di dar vita a un’attività culturale mirata ad avvicinare il mondo dell’arte al vasto pubblico attraverso la diretta conoscenza di capolavori di tutti i tempi e delle più varie civiltà.

A partire dal 2012, grazie all’iniziativa di Fabiana Marenghi Vaselli Bond e Anna d’Amelio Carbone è attivo un nuovo programma espositivo interamente dedicato al panorama artistico contemporaneo. Contribuire allo sviluppo del tessuto culturale nel territorio, connettersi a realtà internazionali, aprendo un dialogo con le altre istituzioni e promuovere l’interazione fra gli artisti e la città di Roma sono tra gli obiettivi della Fondazione Memmo.
Il nuovo corso è stato avviato con la mostra personale di Sara VanDerBeek (2012), seguita da Sterling Ruby (2013), Shannon Ebner (2014) e Camille Henrot (2016), tutte a cura di Cloè Perrone; nel 2017 si è tenuta la personale di Giuseppe Gabellone, a cura di Francesco Stocchi, il quale ha successivamente curato anche le mostre dell’artista tedesca Kerstin Brätsch e del duo KAYA, di Latifa Echakhch (2019), Oscar Murillo (2021) e Amalia Pica (2022).
Nel 2015 è stata presentata la mostra collettiva Conversation Piece, a cura di Marcello Smarrelli, cui sono seguite altre sette edizioni organizzate a cadenza annuale, con l’intento di fare il punto della situazione sulle presenze artistiche a Roma (in particolare coinvolgendo gli artisti ospiti presso le accademie e gli istituti di cultura straniera attivi nella Capitale).
Nel 2019 la Fondazione Memmo avvia un programma di residenze a Londra, in collaborazione con Gasworks, dedicato agli artisti italiani, proseguendo in questo modo l’attività di confronto, scambio e connessione tra artisti e istituzioni di contesti diversi. Gli artisti finora coinvolti sono Diego Marcon (2020) e Adelaide Cioni (2022).

 
Per info:
 
Fondazione Memmo, Roma
 
Benedetta Rivelli | info@fondazionememmo.it | +39 06 68136598
 
www.fondazionememmo.it

 

Ufficio stampa:

PCM studio di Paola C. Manfredi, Milano 

www.paolamanfredi.com

Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | + 39 342 0515 787

 

Amalia Pica, (Quasi) Catachresis, 2022. Mixed media, variable dimensions. Courtesy: the artist and Fondazione Memmo. Foto: Daniele Molajoli.


 

 

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