di Davide Silvioli
“Postumano Metamorfico” sarà il titolo del progetto curatoriale proposto dal Padiglione di San Marino alla LIX° Biennale di Venezia. L’entità della sua partecipazione – fortemente voluta dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, l’Università e la Ricerca Scientifica, le Politiche Giovanili e tutte le istituzioni sanmarinesi – è il frutto del lavoro di un comitato scientifico di primo ordine, composto da Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti, Cristian Contini, Fulvio Granocchia, Pasquale Lettieri, James Putnam, Riccardo Varini, Angela Vettese.
Ospitata negli ambienti rinascimentali delle sale di Palazzo Donà Dalle Rose – nell’area delle Fondamenta Nove, nel sestiere di Cannaregio – e a cura di Vincenzo Rotondo, l’esposizione, impostando un’elevata contaminazione di linguaggi, tecniche e soluzioni stilistiche, presenta al pubblico opere e interventi di Elisa Cantarelli, Nicoletta Ceccoli, Endless, Michelangelo Galliani, Rosa Mundi, Roberto Paci Dalò, Anne-Cécile Surga, Michele Tombolini. Artisti differenti per estetica e formazione che, per questa particolare occasione, sono stati invitati dal curatore a riflettere, ciascuno secondo il proprio alfabeto, sulle tematiche più attuali connesse alla categoria della postumanità e alle sue derive, fornendo al contempo anche uno spaccato su alcuni orientamenti operativi della contemporaneità artistica. Pertanto, la mostra, su questa base, giunge ad argomentare problematiche correlate alle trasformazioni del prossimo futuro, all’identità, all’individuo, alla relazione con le tecnologie e con l’altro, sempre dando voce al punto di vista di ogni artista, fino a costituire una visione corale, in grado di concertare unità e diversità. “La vita umana – spiega Vincenzo Rotondo – è fragile come quella di tutti gli altri esseri viventi ma gli uomini hanno acquisito nel tempo capacità e conoscenze per ovviare a questa fragilità. Nel percorso evolutivo della specie, la dimensione materiale del saper fare e modificare ha lasciato spesso spazio alla dimensione immateriale del sogno: il sogno antico di prolungare la vita, guarire le malattie, attuare la metamorfosi di un corpo in un altro. Le biotecnologie stanno progressivamente trasformando questo desiderio in realtà. Qual è allora il confine dell’umano e quali i limiti imposti dalla natura? È ancora possibile legare identità personale e identità di specie? Nella nostra dimensione Microcosmica, sentiamo ancora una profonda relazione con la Natura / Macrocosmo? Il “Postumano Metamorfico” che ci piace intravedere nel nostro prossimo futuro sarà in grado di interagire con il Macrocosmo di riferimento, immaginando altre forme di coesistenza e trasformazione per creare nuove e alternative condizioni di esistenza rispetto a quelle a cui oggi siamo abituati”
Il progetto, così accentuato, riportando lo sguardo collettivo verso una questione che ha catturato l’attenzione degli artisti e della critica degli ultimi trent’anni e che, oggigiorno, si rileva più urgente che mai, si profila come un costruttivo momento di confronto per dialogare con il nostro tempo.
Dall’alto: Conferenza di presentazione. Palazzo San Donà dalle Rose.
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