a cura di Alberto Ceresoli e Carmela Cosco
Alberto Ceresoli|Carmela Cosco/ Che cosa cerchi nella pittura e che discorso sostiene il tuo fare pittorico?
Alessandro Borgonovo/ Nella pittura cerco di sviluppare un mio codice espressivo, un linguaggio che sia riferibile soltanto a me. Ammiro molto quegli artisti/musicisti/scrittori che sono stati in grado di fare questo.
AC|CC/ Processi, tempi, impegno o disimpegno nel lavoro. Raccontaci del tuo approccio alla pittura. Come si articola il processo di formalizzazione dell’opera? Come vivi il tuo studio? Rigore o elasticità progettuale?
AB/ I processi del mio lavoro sono lunghi, i tempi di realizzazione brevi, l’impegno mutevole. Vivo periodi di grande entusiasmo creativo alternati ad altri di maggior distacco. Questi ultimi sono fondamentali per capire dove e come migliorare, soprattutto per valutare cosa conservare e cosa eliminare di quanto fatto. Cerco di essere il più selettivo possibile. Vivo lo studio in maniera piuttosto libera, spesso ci vado solo per fare un giro, altre volte per mettere a fuoco nuove idee e svilupparle. Mi piace molto anche lavorare a casa, ovviamente per opere di dimensioni ridotte. Inoltre qui ho i miei critici più sinceri e feroci, le mie due bimbe Beatrice e Francesca, che non hanno peli sulla lingua.
AC|CC/ Ci interessa il tuo rapporto con la materia pittorica, con supporti e materiali. Scelte e affezioni?
AB/ L’opera nasce su una tela non preparata, con smalti molto diluiti e vernice spray. Il colore viene completamente assorbito dalla superficie, che restituisce tonalità spente e prive di spessore materico. Ho compreso nel tempo l’importanza di dover lavorare per sottrazione, senza il bisogno di accanirsi sulla tela.
AC|CC/ Astrazione o figurazione?
AB/ Non ho una preferenza. Tuttavia sento più affine a me l’astrazione. Forse per una forma di autodifesa. Diretto nella sostanza, meno esplicito nella forma.
AC|CC/ Ti chiediamo un pensiero iconografico rispetto alla tua produzione pittorica. Riferimenti e influenze?
AB/ Martin Barré, Gunther Forg, Steven Parreno, l’ultimo De Kooning.
Senza titolo, 2020. Vernice smaltata e spray su strisce di tela, 120×100 cm.
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