a cura di Elena Volpato nell’ambito di Esterno GAM
dal 1 aprile 2025 a Torino, Milano, Bologna, Parigi
Federico Pepe e Le Dictateur Studio presentano Nothing™️, progetto artistico fluido che si sottrae a ogni definizione, oltrepassando i confini fisici e concettuali per trasformare l’assenza in presenza. Ideato dall’artista poliedrico e fondatore del progetto editoriale Le Dictateur Federico Pepe e curato da Elena Volpato nell’ambito di Esterno GAM, Nothing™️ si manifesta in diversi spazi e città facendosi serio proprio quando il pubblico inizia a giocare, attivandosi attraverso una serie di eventi e installazioni che puntano i riflettori sul vuoto e sul suo significato.
L’itinerario di Nothing™️ prende avvio a partire dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino per poi irradiarsi in altri luoghi, dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna a due importanti gallerie con sede a Parigi e Milano, dove approda clandestinamente. Il progetto culmina proprio nel capoluogo lombardo dal 1 aprile 2025, nel corso della Settimana del Mobile 2025, dove prende sede nel cuore di Via Melzo e si concretizza nella sua forma più radicale, restituendo il ‘nulla’ come esperienza totale.
Filo rosso del progetto è l’esposizione del ‘nulla’, intesa come operazione che accorda all’assenza un vero e proprio spazio, rendendola percepibile e concedendole la possibilità di esistere. Nothing™️ invita il pubblico a guardare all’inutilità, all’insensatezza e all’assenza come forze attive in grado di provocare una reazione e un pensiero, trasformando il vuoto in un’opportunità per la riflessione e l’interazione. Attraverso un approccio ironico e paradossale, Nothing™️ esplora il rapporto con il consumo e la materialità declinandosi in diverse iterazioni. Al progetto in GAM di Torino fa eco l’approdo del progetto a Bologna nella sede del MAMbo, a Milano e a Parigi. Milano è protagonista con l’ampia esposizione negli spazi della Galleria Le Dictateur in via Melzo del progetto e con l’apertura di un finto negozio che propone il vuoto come merce, posizionando uno schermo che proietta immagini di scaffali e oggetti di fatto inesistenti. Contestualmente, la città è attraversata da uno sciame di riders in movimento che trasportano pacchi invisibili, diffondendo il ‘nulla’ come un virus.
Dice Elena Volpato, curatrice del progetto: “Se accettare il nulla e immergervisi fosse all’origine delle possibilità, di ogni possibilità creativa, della libertà di fare? Se il nulla fosse la condizione che rende possibile tutto? Il nulla sarebbe allora il motore primo che mette in moto la danza.” L’operazione è accompagnata a una campagna di comunicazione ossessiva e provocatoria che coinvolge tanto i manifesti affissi quanto i canali social, diffondendo slogano quali Surround yourself with nothing, Nothing is different e Really nothing che sottolineano il concetto che muove Nothing™️ fino all’assurdo. Nothing™️ è un marchio registrato che tramuta l’assenza in oggetto di desiderio e consumo confezionandola, etichettandola, diffondendola e pubblicizzandola.
Dalle vetrine dei negozi ai manifesti al packaging che avvolge scatoloni vuoti, Nothing™️ è un’esperienza collettiva che sfida il pubblico a interrogarsi sulla reale essenza del ‘nulla’, concepito come esperienza paradossale in apparenza destabilizzante, dalla quale può scaturire un curioso senso di conforto. Come il bambino della celebre fiaba che rivelò l’inesistenza degli abiti del re, Nothing™️ spinge a guardare oltre le apparenze e interrogarsi sul valore, sulla dipendenza dagli oggetti e sulla vertigine del vuoto. Nothing™️ è un innesco di pensiero. E quindi non poteva che essere anche un libro, un catalogo del progetto, che ospita i contributi preziosi di Elena Volpato, conservatore e curatore alla GAM di Torino e curatrice del progetto; Marco Simionato, filosofo, cultore della materia all’Università Cà Foscari di Venezia; Fabio Grattagliano, giornalista de Il Sole 24 Ore; Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
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Federico Pepe
Federico Pepe, nato a Omegna nel 1976 e attualmente residente e lavorante a Milano, sogna sin da bambino di diventare un artista. La sua curiosità lo spinge a esplorare tutto ciò che incontra e che lo affascina, senza mai pensare che queste digressioni possano allontanarlo dal suo obiettivo. Anzi, le considera parte di una ricerca continua. A Federico non importa molto, ma sa che per il mondo un’etichetta è necessaria: senza un nome, non hai un posto né una categoria. Dopo anni passati a trasformarsi, ora cerca di capire cosa vuole essere davvero, rispondendo forse con una semplice dichiarazione: “Voglio essere libero di fare ciò che voglio.” Ma “libero” non è una categoria riconosciuta, e così ripensa al sogno che aveva da ragazzino, rendendosi conto che non smetterà mai di essere ciò che è.
Grazie alla sua formazione e alla sua visione fluida, Federico ha costruito un corpo di opere che sfuggono a qualsiasi definizione. Può essere descritto come artista, editore, figura culturale, designer e creatore tout court. Nel 2006 ha fondato Le Dictateur, un progetto editoriale e uno spazio espositivo che oggi è considerato uno dei più interessanti della scena artistica contemporanea italiana. Il progetto ha guadagnato riconoscimenti internazionali, come la partecipazione alle mostre Millennium Magazine del MoMA e No Soul for Sale alla Tate Modern. Le performance di Le Dictateur sono state presentate in luoghi iconici come lo spazio Family Business di New York e il Palais de Tokyo di Parigi.
Nel 2015, Federico ha intrapreso la sua carriera nel design, collaborando con marchi come Wall & Decò, CC- tapis, Cedit, Frette, Editions Milano. L’incontro con la designer Patricia Urquiola ha avuto un ruolo decisivo in questo percorso. Il progetto Araldica per Cedit gli ha fatto vincere nel 2019 il Good Design Award, uno dei premi più prestigiosi del settore.
Tra le mostre più recenti si segnalano CHESTÉ al Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli e A HOUSE IS NOT A HOME, durante il Salone del Mobile 2024 a Milano. Dopo vent’anni passati a lavorare nel settore della comunicazione per grandi network internazionali, nel 2018 ha fondato Le Dictateur Studio, un’entità che gli consente di unire branding, comunicazione, design di prodotto e arte contemporanea.