L’incontro fra arte e vino nel progetto “Artisti per Frescobaldi” | Intervista a Tiziana Frescobaldi

di Loredana Barillaro |

Partiamo dagli inizi, come nasce il progetto Artisti per Frescobaldi?

Tiziana Frescobaldi/ Artisti per Frescobaldi nasce poiché a un certo punto abbiamo sentito il bisogno di dare continuità alla nostra storia familiare, molti nostri antenati sono stati infatti collezionisti. Per tanti anni la famiglia si è dedicata più che altro a custodire le tante opere raccolte nel corso dei secoli, un impegno indubbiamente importante ma a un certo punto ho sentito che quel filo poteva essere ripreso. Lo si può chiamare collezionismo ma credo sia forse più corretto definirlo mecenatismo, anche se il mecenatismo antico era sicuramente diverso da quello attuale benché già allora si scegliesse di rivolgersi all’arte del proprio tempo, allo stesso modo oggi abbiamo scelto di legarci all’arte della contemporaneità e di farci suoi promotori. Nell’Ottocento abbiamo avuto l’ultimo grande collezionista della famiglia, Angelo Frescobaldi, appassionato dei fondi oro e capace, al contempo, di stringere relazioni molto forti con le corti europee e il collezionismo del suo tempo. Questa dunque l’idea iniziale, il progetto che agli inizi del 2012 abbiamo inteso definire assieme a Ludovico Pratesi e da cui è nato inizialmente un premio rivolto ad artisti sì giovani, ma che avessero compiuto già un percorso espositivo di qualità, che avessero interesse per il nostro mondo e che volessero mettersi in gioco.

Da premio si è trasformato in progetto di committenza, come si struttura dunque il progetto?

TF/ Per la settima edizione abbiamo raggiunto una discreta collezione di arte contemporanea, aperta a chiunque voglia visitarla. Dopo il periodo di residenza l’artista si impegna, oltre che nella creazione di un’opera, anche nella realizzazione di un’etichetta per un numero molto limitato di bottiglie di vino di CastelGiocondo Brunello di Montalcino Riserva ispirata a un aspetto specifico dell’opera, o all’opera nella sua totalità, a seconda di cosa decide l’artista. Si tratta di un’edizione di bottiglie magnum numerate, al fine di legare ancor di più la cultura del vino al pensiero artistico e dare la possibilità al nostro progetto di non restare solo per appassionati ma anche di arrivare a coloro che amano il vino ma non sono vicini all’arte, delineandosi quindi come un completamento del lavoro dell’artista. In tutto ciò un elemento importante è il rapporto di reciproco arricchimento che si realizza.

Riprendendo per un attimo il discorso, secondo lei come si è trasformato il ruolo del mecenate nella contemporaneità?

TF/ Penso che i miei antenati vivessero costantemente a contatto con gli artisti, c’era una vicinanza intellettuale, di intenti, etica, così come per questioni legate al denaro. Tutto era finalizzato a celebrare un potere ma questo credo facesse parte del loro mondo, della loro vita. Oggi il concetto in parte non è cambiato ma emerge anche un lato legato alla promozione, ad una certa caratterizzazione del marchio. Senz’altro lo era anche all’epoca, ma penso ci fossero degli aspetti legati anche alla vita personale.

Dalle sue parole si comprende quindi come il rapporto fra arte e vino sia sempre più forte e radicato anche grazie a iniziative come la vostra…

TF/ L’azienda Frescobaldi nel mondo del vino ha una grande reputazione, abbiamo la fortuna di essere in Toscana, in una regione che viene molto apprezzata da questo punto di vista. La nostra è una realtà legata alla terra e a quelle terre particolarmente interessanti per la produzione del vino. Tenere conto del mercato è necessario però alla base di questo progetto c’è l’assonanza con l’arte contemporanea, convinti che questi due mondi possano dialogare in modo molto naturale. Un po’, come dicevo, sulla scorta dell’esperienza dei nostri antenati, un po’ perché la produzione del vino è un mondo in divenire, sempre in evoluzione, e allora perché non farlo raccontare agli artisti, a coloro che sono in grado di cogliere spunti sempre nuovi rispetto a quelli che a noi sono maggiormente familiari. Ho pensato quindi che l’attenzione all’arte dovesse andare di pari passo con quello che è il lavoro principale della mia famiglia, un rapporto che spero potremo far proseguire e consolidare sempre meglio.

Può diventare secondo lei anche uno strumento proficuo di diplomazia culturale?

TF/ Può essere uno strumento di grande efficacia, la cultura veicola sempre dei messaggi di conoscenza e di comprensione dell’atro, fattori alla base della diplomazia. A volte le divisioni nascono proprio da una non comprensione, e questo accade laddove non c’è confronto. È necessario che l’occidente capisca come lo si osserva dall’esterno, al fine di promuovere un dialogo sempre maggiore.

L’edizione che ha preso avvio da poche settimane vede la scelta di Giulia Cenci e Sunmin Park…

TF/ Ci siamo resi conto che negli anni passati abbiamo collaborato solo con artisti occidentali: oltre agli artisti italiani, anche tedeschi, svizzeri, americani, etc., ma non avevamo mai lavorato con un artista dell’Estremo Oriente. La Corea è un mondo particolarmente interessante in questo momento, un paese artisticamente molto vivace. Attraverso il MAO, Museo di Arte Orientale di Torino, abbiamo cercato un artista che fosse interessato al nostro mondo e che lavorasse con i temi della natura, abbiamo scelto quindi Sunmin Park e siamo davvero contenti del lavoro che sta svolgendo. Giulia Cenci è molto apprezzata, ammiriamo il suo lavoro da tanto tempo, lei poi conosce benissimo il mondo del vino perché è cresciuta in questo contesto. Ci interessa capire come sarà l’approccio di entrambe e devo dire di essere convinta di questa scelta.

C’è un lavoro che si lega in maniera particolare al contesto della tenuta CastelGiocondo?

TF/ Sicuramente sono i lavori site specific, le opere pensate appositamente per questo luogo. Lavorare con gli artisti, italiani soprattutto, ci hanno condotto a questa consapevolezza. Abbiamo la fortuna di avere la tenuta in una zona alle pendici delle colline che guardano verso il mare, un territorio incontaminato ricco di boschi, vigneti, piante di ogni genere. Se all’inizio le opere dovevano solo ispirarsi al nostro mondo, adesso le opere vengono create per esso, è stato quindi un bel passaggio per la crescita di Artisti per Frescobaldi.

 

Dall’alto: Veduta della Tenuta CastelGiocondo. Tiziana Frescobaldi rispettivamente con Sunmin Park e Giulia Cenci; le etiche realizzate da Gianmaria Tosatti, Andrew Dadson, Erica Mahinay, 2021.

 

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