dal 10 al 18 giugno 2023
con l’intervento della critica d’arte Chiara Medolago
Organizzazione: Associazione ARTI<>STA
Villa Scaccabarozzi, Usmate Velate, (MB)
ARTI<>STA presenta un’esposizione di opere, con materiali e tecniche differenti, che sono unite nella loro poliedrica diversità̀ da un unico denominatore: LA NATURA. La mostra, già̀ presentata lo scorso febbraio presso la sede dell’Associazione ARTI<>STA a Monza, si sposta ora, con l’aggiunta di nuovi artisti ospite di GA99 gruppo culturale d’arte, nella sede di Villa Scaccabarozzi a Usmate Velate. Gli artisti chiamati nella rassegna operano dando importanza ai concetti di riciclo e sperimentazione, sottolineando la forza di una natura che non si ferma, continua perpetuamente a esistere, nonostante l’intervento dell’uomo. I materiali impiegati come la ceramica, la pittura, la grafica, il tessile, rappresentano un insieme variegato di forme e segnali come prova inconfutabile che questa è la via che la NATURA persegue per far progredire la vita.
La mostra vuole essere, attraverso l’installazione delle differenti opere artistiche, una testimonianza della ciclicità in rerum naturae, della rigenerazione, della sostenibilità̀ e dell’affinità̀ di un’economia circolare. Segnali di sensibilizzazione che offrono una visione e un momento di riflessione come lotta ai cambiamenti climatici. Stimolano a interrogarsi su questo tema, sul significato della natura che ha oggi, sulla sua storia e sulla complessa relazione che l’uomo intrattiene con essa e con i suoi elementi naturali, terra, acqua, luce e energia.
Gli artisti in mostra: Marina Annoni, Elisabetta Francesca Bosisio Elena Bisignani, Elisa Cella, Grazia Gabbini, Barbara Grossato Margherita Leoni, Enrico Marcato, Elda Pedrocchi, Jasmin Prezioso, Stefi Ranghieri
Biografie
Marina Annoni ha conseguito il diploma di Arte Applicata e Decorazione Pittorica presso l’Istituto d’Arte di Cantù. Dopo il diploma inizia a collaborare con lo Studio F.B. di Meda occupandosi di progettazione di interni e design acquisendo competenze che impiega successivamente nella decennale esperienza con lo showroom Tanzi-Driade di Milano. Grazie alle numerose possibilità̀ offertele dalla frequentazione di designer ed artisti con i quali si trova a collaborare inizia un percorso che la porta ad approfondire il suo interesse nell’arte della ceramica, frequentando corsi di tecniche fondamentali e di perfezionamento delle stesse. Volendo realizzare una personale visione attraverso l’utilizzo non usuale della materia, ed essendo rimasta affascinata dalle potenzialità̀ che la materia stessa può̀ esprimere, inizia uno studio che la porta alla realizzazione di un sistema, la Foresta Onirica, che unisce arte, artigianato, design e sostenibilità̀ e che allo stesso tempo è decorativo ma anche evocativo.
Elisabetta Francesca Bosisio Architetto, Pittrice, Scultrice, nasce a Monza(MB), dove vive e lavora, ha studiato presso il “Liceo Artistico di Brera”, ed il Politecnico di Milano ove si è laureata in Architettura. E’ stata docente di Disegno dell’Arredamento all’IPSIA “G.Meroni” di Lissone (MB) e di Grafica al “Caterina da Siena” di Milano, Art Director del Lounge Bar Binario 7, Urban Center di Monza, Coordinatrice del GAAM e della Rassegna LetterArte di Monza e Responsabile della Sezione Artistica del Cenacolo PAMB di Monza. Tuttora è Membro della Giuria del Premio Internazionale di Poesia Città di Monza, indetto dal Cenacolo PAMB. Dipinge da sempre, sin da bambina soleva chiudersi in una stanza e lì il tempo si fermava: era lei, il foglio bianco, ciò̀ che aveva dentro e il suo desiderio imprescindibile di “buttare fuori” e di fissare con il colore i moti interiori dell’anima… Ed è tuttora così. La sua mente vaga sempre alla ricerca di nuovi orizzonti, ha studiato ed utilizzato varie tecniche, ha spaziato dalla bidimensionalità̀ alla tridimensionalità̀, ha usato il linguaggio visivo, ha scritto poesie, manipolato la creta, progettato e creato installazioni, e spesso con un unico fine: veicolare un messaggio di salvaguardia della Terra. Nel 2011 la continua ricerca, la porta a studiare l’antica tecnica dell’encausto, pittura ottenuta dalla fusione della cera d’api e pigmenti e ne rimane affascinata. Il suo gesto si fa più̀ attento, interviene sulla cera con il fuoco, avverte una sorta di alchimia in questo procedimento: la magia della trasformazione della materia … Le sue opere sono quasi scultoree, serici bassorilievi policromi. Ha partecipato a numerose Mostre, Premi e Concorsi, conseguendo ampio consenso di critica, i suoi lavori sono presenti in Collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
Elisa Cella Nata a Genova nel 1974. Ha studiato Matematica alla facoltà̀ di Scienze MM. FF. NN. dell’Università̀ Statale di Milano, dopo essersi diplomata al liceo scientifico. I suoi lavori hanno una duplice valenza: hanno una connessione con la biologia e più̀ in profondità̀ rimandano a problemi o considerazioni filosofiche. Vengono realizzati con una ripetizione del suo segno caratteristico, il cerchio, che viene realizzato a mano libera. Ha realizzato disegni, quadri, sculture ed installazioni. I lavori qui presentati in mostra fanno parte di MICROBIOTA, un progetto più̀ ampio, che si è concretizzato, per ora, in una mostra personale alla Galleria Villa Contemporanea di Monza con testo critico di Luca Panaro e in un libro d’artista a tiratura limitata per Chippendale Studio. Fra le sue ultime personali ricordiamo anche Un’estetica dell’infinito allo Spazio Heart di Vimercate, a cura di Simona Bartolena ed Armando Fettolini, con catalogo, Tre Artiste Tre, alla Rocca di Umbertide, a cura di Giorgio Bonomi e Sensazione Concava alla Galleria E3 Arte Contemporanea di Brescia, con testo critico di Alberto Rigoni e con catalogo. È presente negli studio visit della Quadriennale di Roma, a cura di Francesca Guerisoli. I suoi lavori sono esposti in permanenza al Museo di Arte Contemporanea di Lissone e nella Collezione del Castello Chiaramontano di Racalmuto (AG), sono inoltre presenti nelle collezioni del Museo di Villa Croce a Genova, del Museo Butti di Viggiù (VA), della Civica Raccolta del Disegno di Salò (BS), della Rocca di Umbertide (PG). Ha vinto Master Artist 2021, ed è stata finalista del Premio Arteam, del premio Exibart, del premio Combat e del Premio Celeste. Fa parte della pubblicazione Real Art #6, con le relative mostre in spazi pubblici e privati.
Grazia Gabbini Nasce a Milano, dove vive e lavora. Si laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Sperimenta le molteplici possibilità̀ della carta e prosegue ad adottarla come materiale privilegiato del suo lavoro. La necessità di esplorare altri mondi la porta a collaborare con artisti di diverse discipline con cui studia e realizza performance. Espone dal 1992 con continuità̀ in mostre personali e collettive, in sedi pubbliche e private in Italia e in esposizioni corali all’estero. La mia poetica indaga la possibilità̀ di dialogo tra elementi e situazioni solo apparentemente discordanti perché́ nella realtà̀, sono convinta, che ogni circostanza contenga anche il suo opposto: fragile e forte, pieno e vuoto, leggero e pesante… convivono, sono elementi dello stesso mondo. Anche le carte delle mie sculture, che amalgama con il pigmento, hanno le sembianze di materiali più̀ pesanti, i fili di ferro dialogano con loro trasmettendo un senso di leggerezza come se, i due materiali, si scambiassero i ruoli e i pesi specifici. Lavoro per sovrapposizioni e macerazioni partendo da un piccolo pezzo di carta che si sovrappone ad un altro e ad un altro ancora… un procedere lento e paziente di trasformazione quasi un processo alchemico. Tramite la carta prendono vita, ora sculture raccolte come nidi, gusci o contenitori, ora ampie superfici che si espandono nello spazio contagiandolo con ritmi e forme. Il desiderio di approfondire le tematiche delle dissonanze di rapporti, mi porta ad introdurre nel mio fare artistico un nuovo elemento-segno: il filo di ferro. Nasce il ciclo di lavori “in margine” che, come esplicita il titolo stesso, focalizza l’attenzione sui bordi delle forme consentendole di aprirle verso l’esterno in una maggior relazione con lo spazio. Prendono vita anche le sculture “Nido” e «poetic-box» ri-flessioni e ri- pensamenti di contenitori e contenuto.
Barbara Grossato nasce a Rovigo, dove svolge l’attività artistica e la professione di docente di Discipline grafiche pittoriche – Disegno – S.Arte. La sua formazione inizia con il conseguimento della maturità̀ artistica e prosegue con il diploma di laurea in Decorazione “Arte e Spazio Pubblico” all’Accademia di Belle Arti di Venezia (2010) con il massimo dei voti. Durante questi anni di studio-lavoro, la città di Venezia con le sue istituzioni pubbliche e private le offrono importanti occasioni di crescita partecipando a numerose mostre/eventi collaterali con le Biennali di Arte – Architettura di Venezia. Grandi opportunità̀, sempre su selezione, arrivano, prima nel 2007 con l’incarico di assistente alla realizzazione dell’opera di Sol Le Witt: “#1166 light to dark #1167 dark to light”, Padiglione Italia – Giardini, 52° Biennale d’arte Contemporanea, Venezia; l’anno successivo (2008) ottiene l’incarico di assistente allestimento mostra “Italics”, a cura di F. Bonami (opere di Mario, Marisa Merz, Giovanni Anselmo ecc.) Museo d’arte Contemporanea Palazzo Grassi, Venezia; sempre nell’ambito della mostra “ITALICS, Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968 – 2008”, realizza dei percorsi didattici; altra collaborazione, con altrettanto importante istituzione veneziana, avviene nel 2009 con il Museo “Peggy Guggenheim”, dove l’artista progetta e realizza percorsi/laboratori “Ad4Family”. Ad oggi, la sua attività̀ espositiva la vede impegnata in mostre personali, collettive e progetti. “Le opere di Barbara Grossato manifestano nell’organicità̀ estetica delle forme una forza primordiale di matrice femminile, cifra caratterizzante il suo stile espressivo. La trama di pennellate crea “foreste di segni”, in cui la cromia risulta sanguigna pur nell’utilizzo di tinte fredde pastello. Progressivamente la distinzione sfondo-linea, cede il posto all’imporsi di una pennellata veloce e accurata, che ricopre interamente la superficie di tracce fitomorfe, materiche nell’arricciarsi regolare, ma sempre diverso dei profili. Il passaggio dalla pittura alla scultura e installazione avviene all’insegna di un procedimento che elegge la tessitura manuale a componente fondamentale dell’opera. L’utilizzo ossessivo di materiali industriali, filo di ferro, fascette elettriche, rete, corde, cartoncino ecc. avviene seguendo moduli predisposti alla crescita esponenziale, che acquistano forza dall’assemblaggio per accumulazione, ripetizione della cellula base. Il lavoro paziente purifica il supporto dalla sua natura materiale e lo astrae dalla sua funzione originaria. Lo spiccato senso scenico dell’artista esalta, inoltre, le sue potenzialità̀ cromatiche nel contrasto dei chiari e degli scuri, creando un’armonica e solo apparentemente casuale disposizione labirintica di tracce reali nello spazio riuscendo connotarla di valenze inusuali e inquietanti. Dagli inizi ad oggi la sua ricerca, nonché́ i suoi interessi, si rivolgono principalmente ai processi temporali dell’essere, alla sua memoria e, in generale, al rapporto dell’uomo con il tempo e lo spazio.” (Chiara Costa)
Margherita Leoni Nasce a Bergamo nel 1974. Nel 1997 si diploma presso l’Accademia di Belle Ar@ di Brera a Milano e fra il 2000 e il 2001 studia Morfologia Botanica e Botanica Sistematica presso l’Università̀ di San Paolo del Brasile. Dedica il suo lavoro alle foreste spontanee, con particolare attenzione ai principali biomi del Brasile, paese dove ha vissuto per sedici anni. Valorizza la diversità̀ delle specie spontanee e la diversità̀ culturale come ricchezza da salvaguardare e proteggere. Dal 2000 espone le sue opere in spazi pubblici e gallerie d’arte internazionali sia in mostre collettive che in esposizioni personali.
Enrico Marcato, figlio dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, Enrico Marcato inizia come artigiano nel restauro, quando improvvisamente ha l’illuminazione, quella che chiama la «pazza idea, il folle intuito di trasformare le briccole alla deriva in pezzi d’arte. Con questa idea ho iniziato a farmi conoscere alla Biennale del riciclo a Padova nel 2013 dove le mie creazioni vennero selezionate nel RicCAA Cantiere Arte Ambientale. Come il vetro è il simbolo di Murano, il legno è un elemento fondamentale per Venezia». In qualche modo mi sono inventato il mio mondo di simboli, di colori.” Fino ad arrivare in America, dapprima a New York, al Cipriani a Miami, poi in Canada a Montreal e Toronto. Le opere di Enrico Marcato viaggiano verso collezioni in Francia, Spagna, Svizzera…
Elda Pedrocchi, nata e vissuta a Lissone fino a 27 anni, si è poi trasferita a Milano e tornata definitivamente nella città natale nel 2010. Si è sempre interessata all’arte figurativa e l’ha sempre entusiasmata il provare le sue capacità artistiche con diverse tecniche espressive. Ha iniziato il suo percorso dedicandosi alla pittura su ceramica sotto la guida della Prof.ssa Zappa per poi passare alla pittura su tela frequentando diversi corsi presso l’UNI 3, il Centro Artistico Culturale Lampugnano e l’Associazione Artistica Sirio di Milano, partecipando a diversi concorsi e ottenendo riconoscimenti. A Monza ha frequentato la Scuola Paolo Borsa, sotto la guida dei Prof. Triacca e Galimberti. Da diversi anni si dedica alla sperimentazione nel campo dell’informale, interpretandolo in modo del tutto personale.
Jasmin Prezioso è laureanda in Scienze dei Beni Culturali con curriculum storico – artistico, improntato ad un percorso di studio in Storia e Critica dell’Arte, all’Università̀ La Statale di Milano. Si diploma al liceo artistico con sede in Villa Reale di Monza, indirizzo Scenografia. Appassionata di arte da sempre, incanala i suoi studi sia a livello pratico che teorico: sia come giovane artista, esponendo e collaborando con varie realtà̀ sul territorio italiano, sia come studiosa e teorica dell’arte con una spiccata passione per la scrittura e la critica artistica. Da sempre sperimentatrice e amante dell’arte in ogni sua forma, la sua ricerca artistica attinge a piene mani dallo studio stesso della storia dell’arte, che diventa veicolo di riflessione. L’istruzione di stampo pittorico, scenografico e teorico ha permesso lo sviluppo di una ricerca artistica fluida e sperimentale, spaziando nell’arte a 360 gradi. La mia arte trae origine dall’osservazione profonda del mondo e della natura, diventando un mezzo per scoperchiare la vera essenza della realtà̀. Il modo per arrivare all’origine alzando il Velo di Maya, liberandosi dall’intorpidimento quo-diano e arrivando così al nucleo pulsante della vita. Le mie opere raccontano di nuovi mondi, natura conosciuta e sconosciuta e di quei lati umani che spesso vengono soppressi, dimenticati o ancora inesplorati: dal bambino interiore che esplorando si perde e del ritorno consapevole alle forme ed emozioni più̀ naturali e primitive. La creazione di nuovi mondi dove tutto è sospeso, il viaggio, gli organismi e le atmosfere riflessive ritornano spesso nelle mie opere: trovo che l’essere umano per natura sia fluido e in costante ricerca, proprio come il concetto stesso di arte. La famosa “dimensione altra” dell’arte è proprio questo, un cercare di svincolarsi fino ai propri limiti ed osservare in punta di piedi cosa c’è dietro il muro. L’osservazione, lo studio, l’esplorazione portano inevitabilmente alla riscoperta consapevole, utilizzando se stessi come strumento per capire il mondo. La facoltà̀ di pensare, studiare e creare ci rende esseri viventi liberi. L’estrema fluidità̀ dell’arte si traduce in una spiccata sperimentazione di materiali e forme diverse: dal classico dipinto ad olio fino alle installazioni di luce, utilizzando materiali poveri, elementi naturali e forme di creazione in un certo senso antiaccademiche.
Stefi Ranghieri nasce a Gallarate (Va) nel 1963. Dopo il Liceo Artistico si diploma anche in restauro di dipinti e arredi antichi e si laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo percorso professionale si è consolidato negli anni in qualità̀ di Artista in equilibrio tra Arte, Antiquariato e Design, progettando e realizzando opere legate agli aspetti produttivi industriali. Stefi Ranghieri pone alla base della sua ricerca lo studio della luce nelle sue espressioni più̀ significative, prediligendo la scultura, poiché́ in grado di far dialogare allo stesso tempo pittura, architettura e design. Il materiale per eccellenza è il Plexiglas che viene utilizzato in più̀ possibili varianti, a volte la superficie è lucida, trasparente ma retro dipinta, a volte semitrasparente e rivela ciò̀ che contiene al contempo riflette dall’esterno ciò̀ che la circonda, quasi catturandolo, in altre il colore assoluto della lastra diventa quasi una pelle esterna sotto la quale è celato il cuore dell’opera. Le sue opere sono costituite da forme semplici minimali spesso contenenti elementi naturali e piccole luci a led. Il connubio tra “plexiglas retro dipinto/ luce led / immagine” presenta un equilibrio tra astratto e concreto, l’opera si pone infatti come un volume pronto ad accogliere, proteggere ed esaltare la vegetazione al suo interno. Tema centrale comune delle sue opere è quindi la rivelazione di una forma iconica che traspare attraverso un’energia rivelatrice, espressione di una presenza poetica ben precisa. L’involucro esterno è come una membrana attraverso la quale lo spettatore è chiamato ad aprirsi un varco per poter vedere oltre, per cogliere ciò che sta al suo interno, che è il vero elemento a cui tende la ricerca dell’artista. Espone in Italia e all’estero dal 1984. Nel 1994 apre il suo laboratorio di restauro di antiquariato continuando ad esporre in mostre collettive e personali, ed a insegnare discipline pittoriche. Dal 2002 è stata direttore artistico presso la galleria d’arte Cavenaghi Arte. È stata direttore restauro ligneo per il cantiere di Palazzo Magnifica Gulinelli a Ferrara (recupero sismico). Stefi Ranghieri è docente di discipline plastiche e pittoriche presso i licei artistici e collabora con istituti scolastici con il corso di Tecniche dei Materiali dell’Arte Contemporanea. Vive e lavora a Milano
Per info:
www.arti-sta.com
Orari: Sabato e Domenica 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:30