di Loredana Barillaro
Pochi giorni fa, il 19 marzo la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha presentato la sua nuova straordinaria iniziativa, l’installazione realizzata dall’artista francese JR sulla facciata principale. Da “contenitore” del contemporaneo Palazzo Strozzi si mette a nudo ponendo in mostra tutta la fragilità di un’imponenza, storica e culturale, mai come oggi messa in discussione. Ancora una volta dunque antico e contemporaneo insieme per diventare tutt’uno. La Ferita non è altro che la declinazione contemporanea di un luogo, dall’antica gloria, mostrato alla maniera tipica della frantumazione e destrutturazione contemporanea. Un luogo, eletto a simbolo di un settore, quello dell’arte, ferito nella sua essenza più profonda. Un’opera, che è anche un’operazione politica molto forte, e che ci fornisce una lettura drammatica di quanto sta avvedendo. L’artista ci presta il suo occhio per attraversare idealmente la facciata di Palazzo Strozzi, quasi come fossimo spettatori incorporei. Ancora una volta l’arte cosiddetta pubblica ci viene in soccorso. Il dentro diventa il suo opposto; in fondo il bello del contemporaneo è anche quello di disorientare, per poterci poi ricondurre alla comprensione del tutto. Sbarra e al contempo apre, un gioco di rimandi fra l’incedere e il retrocedere, un’opera che apre delle vetrate immaginarie per far dono di quel patrimonio straordinario che è da sempre la cultura italiana nel mondo. Il suo senso profondo sta nell’essere oggi, qui, in questa epoca che avrà cambiato inevitabilmente la storia. Se le istituzioni museali invitano ad entrare virtualmente nei loro spazi, JR e Palazzo Strozzi, attraverso un mirabile uso della prospettiva, ci chiedono di usare la nostra più autentica immaginazione per poi, ancora una volta, porre l’irriverenza del contemporaneo accanto all’esigenza impellente di trasmettere la storia alla maniera di comunicare così tipica dei social.
JR, La Ferita. Courtesy Fondazione Palazzo Strozzi.
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