a cura di Thalia Vrachopoulos
dal 19 aprile sino al 28 giugno 2022
Galleria San Polo, Venezia
Genesi, Verso 1:27, Dio creò l’Uomo a sua immagine; a sua immagine Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
La Galleria San Polo è lieta di presentare la mostra personale Genesis, dell’artista sudcoreana Lee Maelee (1963, Repubblica di Corea), organizzata dalla curatrice esperta di arte asiatica e nota a livello internazionale con base a New York, Thalia Vrachopoulos, che inaugurerà martedì 19 aprile fino al 28 giugno 2022. Genesis nasce dalla ricerca artistica di Lee, incentrata sulle questioni più profonde che riguardano l’essere umano e la storia e tutto ciò che è legato all’esistenza e all’essere e vuole rappresentare un medium tra il passato, il presente e il futuro.
L’esposizione raccoglie un insieme di trentasei dipinti, realizzati trascrivendo in polvere d’oro a 24k frasi dalla Genesi della Bibbia e da altre fonti religiose non cristiane, come il buddista Sutra del Diamante, tradotte in diverse lingue quali Latino, Greco, Ebraico, Inglese e Coreano. L’allestimento prevede anche una componente sonora, costituita da voci registrate che recitano brani di testi provenienti da tradizioni di Paesi diversi, la fusione di pittura, parola e voce crea un’esperienza immersiva e sinestetica, grazie alla quale il visitatore, seguendo la disposizione circolare dei dipinti lungo le pareti, sperimenta anche la circumambulazione legata al rituale buddista del girare intorno alla pagoda.
Genesis ha l’intento di indagare/ presentare l’esistenza umana in continua evoluzione e il ciclo senza fine di nascita e morte a cui ogni cosa deve sottostare. I testi che l’Artista trascrive possono essere assimilati a una sorta di veicolo della memoria collettiva, per trasmettere il passato ai posteri. Lee Maelee, affronta i temi legati all’esistenza, all’essere e al divenire, fino ad espandere la sua ricerca al tema dell’origine dell’Uomo, con un grande afflato creativo.
Uno dei temi principali del lavoro artistico di Lee Maelee riguarda, in generale, l’evoluzione umana, con le relative problematiche, interessi e domande; da anni il focus della sua ricerca è l’essere, il divenire, l’essere diventato, del mondo, degli altri e di se stessa. Di conseguenza, la serie di opere Genesis coinvolge la storia, l’umanità, considerando diversi gruppi etnici, la vita e la morte, come anche la nascita e il crollo delle nazioni.
La Genesi biblica simboleggia uno spazio e una metodologia attraverso la quale registriamo e archiviamo le traiettorie degli accadimenti storici. Genesis può essere, infatti, interpretata come uno strumento per preservare e trasmettere la memoria collettiva, riportando i grandi eventi dell’umanità, il sorgere e la fine delle civiltà, le guerre, l’instaurazione di regimi, i massacri e le migrazioni e più in generale il ricorso ciclico del potere nella civiltà. L’Artista interpreta questi temi da un punto di vista scientifico e filosofico, mentre esprime tali questioni esistenziali per mezzo della serie Genesis, metafora di uno strumento di memoria.
Lee incide ripetutamente sulle tele un testo dorato, prendendo versi dal capitolo della Genesi della Bibbia cristiana tradotte in latino, greco, ebraico, inglese e coreano nonché utilizzando testi religiosi da una varietà di fonti non cristiane. Tecnicamente il lavoro di scrittura richiede molto tempo, dal momento che l’Artista usa un sottile pennello intinto in una polvere d’oro 24 carati. La scelta di usare l’oro piuttosto che l’inchiostro non è casuale, Lee si ispira, infatti, ad alcune pitture buddiste dell’antico regno coreano di Goryeo interamente realizzate con questa tecnica.
Il posizionamento dell’installazione sul muro, simile a un fregio, si traduce in un tipo di circumambulazione legata al rituale buddista di girare intorno alla Pagoda, chiamato “tap-dol-i” in coreano. L’atto di girare in cerchio ha due diversi significati: per i vivi è un processo di “augurio” mentre per i morti è la “consolazione dello spirito”.
Come riportato nella Genesi, esiste l’ipotesi che la storia della civiltà umana – apparsa sulla terra circa 250.000 anni fa e che ha raggiunto il suo stato attuale attraverso una costante evoluzione. Questa constatazione fa, quindi, nascere diverse domande “che forma assumeranno le società future?” “La nostra attuale civiltà esisterà per l’eternità?” “Come evolveranno gli esseri umani in futuro?” “Come penseremo a questo tipo di problemi e condurremo le nostre vite nei giorni a venire?”
Lee esplora queste domande mentre tenta di trovare risposte attraverso e da prospettive religiose, antropologiche, sociologiche e letterarie. In questa ricerca, Lee ha simboleggiato le scritture incidendo la Genesi e il Sutra del diamante della letteratura buddhista in quattro lingue diverse (latino, greco, ebraico, inglese, e coreano) su delle tele.
La mostra sarà accompagnata da registrazioni di voci che recitano poesie provenienti da tradizioni letterarie di diversi paesi. Incorporando suono, pittura, scultura e architettura nel suo lavoro, Lee crea un’opera multidisciplinare, multietnica e immersiva che dona al visitatore un’esperienza sinestetica e un potente messaggio. Thalia Vrachopoulos, Art historian and Professor.
La mostra sarà composta dalle seguenti opere:
- Una serie di 36 dipinti ca. 48×66 cm ciascuno, installati con un motivo a fregio attorno alle pareti della galleria.
- Una performance, in occasione dell’opening della mostra, durante la quale l’artista scriverà versi poetici sulle pareti della galleria.
- Una proiezione sonora.
Per info:
www.leemaelee.works
Ufficio stampa:
FG Comunicazione – Venezia
Cristina Gatti
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