Exodus, Pisa diventa tela epica per artista Alexey Morosov

Un progetto di Alexey Morosov, diretto da Gian Guido Grassi e organizzato dal Comune di Pisa e dall’associazione Start Attitude.

Con il contributo del Consiglio della Regione Toscana e la collaborazione di Palazzo Blu, gode del patrocinio della Provincia di Pisa.

Fino al 29 settembre 2024

Da Piazza dei Miracoli alla Torre Guelfa, dalla Chiesa della Spina a Palazzo Blu, Pisa

Dal 22 giugno al 29 settembre le intrusioni degli oggetti d’arte negli spazi pubblici invitano il visitatore a seguire la via dell’Esodo dell’umanità contemporanea, ricordandosi i culti arcaici e dimenticati, le promesse bibliche, le narrative musicali di Puccini e gli scritti profetici di Cechov: in un percorso che va da piazza dei Miracoli alla Torre Guelfa, dalla Chiesa della Spina a Palazzo Blu

Il viaggio dell’umanità dalle origini della civiltà occidentale all’autoaffermazione dell’individuo nel contemporaneo. Dal 22 giugno al 29 settembre 2024 la città della Torre pendente ospita Exodus, secondo capitolo della trilogia di Alexey Morosov, inaugurata con Pontifex Maximus al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2016. Oggi l’artista stende una nuova tela epica sotto forma di specific site installation nella geografia storica di Pisa.

La città si trasforma in temenos sul quale viene gettata una rete di concetti e espressioni. Le intrusioni degli oggetti d’arte negli spazi pubblici, che vanno dalla Chiesa della Spina e da Palazzo Blu fino alla Torre Guelfa e a piazza dei Miracoli, invitano il visitatore a seguire la via dell’Esodo dell’umanità contemporanea, ricordandosi i culti arcaici e dimenticati, le promesse bibliche, le narrative musicali di Puccini e gli scritti profetici di Cechov.

Due le sedi espositive principali: la Chiesa di Santa Maria della Spina, eretta nel 1230 per conservare una delle spine della corona di Cristo, e il Fortilizio con la Torre Guelfa, dalla cui cima si può godere di uno dei più straordinari panorami di tutta Pisa. Quattro le sculture che saranno collocate in esterno, in un percorso che attraversa la storia della città: a partire da via Duomo, nel contesto di piazza dei Miracoli, posizione d’onore che solo pochi artisti contemporanei hanno avuto il privilegio di conquistare. Le altre opere saranno collocate in via Pietro Toselli, davanti a Palazzo Blu, dimora storica e centro d’arte, Lungarno Gambacorti, di fronte alla Chiesa di Santa Maria della Spina, Lungarno Ranieri Simonelli, nello spazio antistante alla Torre Guelfa.

L’artista, nato in Asia Centrale nel punto finale della più grande spedizione di conquista di Alessandro Magno, nel paese montuoso di Kyrgyzstan, ha costruito il proprio itinerario nel verso contrario: dall’Oriente all’Italia (ovvero fino “al mare di mezzanotte”, nei miti delle popolazioni turche e mongole).

Nell’arte di Morosov, aldilà del riferimento all’antica iconografia greco-romana, è caratteristica la tecnica virtuosa sia pittorica che scultorea, molto vicina nei suoi pattern alla plastica italiana e francese del XVI-XVII secolo. Tuttavia l’artista è noto, in primo luogo, per la sua limpida e profonda espressione concettuale la quale, insieme all’accorta maniera figurativa, lo distingue e mette in risalto nel campo di arte contemporanea.

“L’era del Paleolitico superiore, il Neolitico (che, nell’antropologia classica, è il periodo in cui emergono i miti fondamentali dell’umanità), l’Illuminismo e il nostro tempo, postmoderno, non sono altro che forme o strati di pensiero paralleli, simultanei e compenetrati l’uno nell’altro. In tale prospettiva, il patrimonio materiale della ‘cultura dell’ascia da guerra’ è assolutamente equivalente a quello della nostra era postindustriale e all’introduzione di sistemi cyber-fisici: sono tutte com-possibilità simultanee, non fasi storiche differenti. Naturalmente, nella mia narrazione artistica domina la ‘forma’ come concetto ontologico guida”, dichiara l’artista.

“L’arte è forse il più potente mezzo di comunicazione, accessibile a tutti, nel tempo e nello spazio: crea un portale attraverso i millenni e un ponte tra differenti Paesi e culture. La ricerca di Alexey Morosov narra un’epica del gesto creativo e dell’artista che diventa il vero eroe della storia dell’uomo. Camminando per le vie del centro storico, ci ritroviamo all’interno di un’’installazione diffusa, un’opera d’arte totale, in cui le oltre venti opere del Maestro si uniscono alle architetture e ai monumenti della città e ci accompagnano a percorrere il nostro Esodo personale”, conclude Gian Guido Grassi.

Exodus è un progetto di Alexey Morosov, diretto da Gian Guido Grassi e organizzato dal Comune di Pisa e dall’associazione Start Attitude, con il contributo del Consiglio della Regione Toscana e la collaborazione di Palazzo Blu, gode del patrocinio della Provincia di Pisa.

Le sedi espositive indoor saranno aperte dal in orario 10-13 e 16.30-20.30. L’ingresso è libero.

 

BIO

Alexey Morosov è nato in Kirghisistan a Bishkek (ex Frunze) nel 1974. Ha esposto in spazi pubblici e privati a livello internazionale da San Pietroburgo a Singapore, da Londra a Parigi, passando per Mosca, Verona, Pietrasanta, Istanbul, Napoli, affermandosi come uno degli artisti più significativi della scena contemporanea. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Laureato presso il Surikov Art Institute, l’Accademia di Stato di Mosca, nel 1999 si è trasferito in Provenza dove ha proseguito i suoi studi sulla scultura. L’artista ha approfondito tecniche e materiali dell’arte plastica attraverso una lunga e continuativa esperienza nel territorio Apuo-versiliese, dove si è perfezionato con le procedure tramandate dalla tradizione sia nella scultura in marmo che nei procedimenti di fonderia e lavorazione dei metalli. Ha inoltre collaborato con Timur Novikov, artista e fondatore della New Academy of Fine Art di San Pietroburgo. Sin dalla sua formazione, ha sviluppato in parallelo le diverse discipline espressive, pittura, scultura e disegno, armonizzando iconografie classiche e contemporanee e non disdegnando lo studio dei nuovi strumenti tecnologici espressivi. Il 2003 è stato l’anno di due personali a San Pietroburgo: “Craft Deco classic” presso la D-137 Gallery e “Craft Deco_academic” presso la stessa Accademia della città. Il suo lavoro è stato esposto nell’ambito di numerose collettive a Mosca. Dal 2014 è stato insignito del prestigioso riconoscimento di membro del Presidio delle RAA (Russian Academy of Arts). Dal 2015 vive e lavora a Lucca. La ricerca di Morosov combina un’acuta osservazione dei linguaggi contemporanei con l’idea che la cultura occidentale debba trovare nuove occasioni di interpretazione del suo passato, per riscoprirne sotto una nuova luce i miti e gli immaginari. La sua arte è una costante prova della relazione mai esaurita tra le forme classiche e le innovazioni contemporanee. Questa sua poetica è stata espressa palesemente nelle ultime grandi mostre, come quella tenutasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

 

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