Dancing with Uncertainties | Savina Capecci

a cura di Fulvio Dell’Agnese

fino al 9 luglio 2023

Palazzo Ragazzoni, Sacile

“Dancing with Uncertainties” invita a scoprire una ventina di opere recenti di Savina Capecci, un’artista emergente (e docente) diplomatasi a pieni voti in Arti Visive (Indirizzo Pittura) all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2017, le cui opere sono state esposte sia in Italia che all’estero soprattutto come artista finalista di numerosi premi e concorsi artistici.

“L’incertezza è una compagna angosciosa, che il nostro tempo sempre più spesso ci costringe a frequentare. Intorno a lei, però, si creano anche gli spazi per piccole rincorse verso il nuovo; margini di slancio che in una realtà fondata sulle sicurezze sarebbero stati, forse, più difficili da individuare. I loro ritmi sono quanto le opere in mostra cercano visivamente di sondare.” (Fulvio dell’Agnese)

I RITMI DELL’INCERTEZZA

I colori e il chiaroscuro sembrano volutamente trattenuti, non al punto di negare la realtà, ma nel consapevole sforzo di mantenere persone e cose sull’ambiguo filo di lama che separa la vita rappresentata da quella vissuta. Osservando queste tele pare di muoversi su un palcoscenico, per quanto privato; pare di aggirarsi fra i personaggi di una commedia di Tolcachir, nei quali riconosciamo le nostre stesse esitazioni, le nostre paure e incertezze, ma che si sottraggono al reale spessore di un abbraccio, di un dolore condiviso, di una ferita che brucia nel rimarginarsi. Qualche traccia è rimasta dei momenti di pandemia, del peso di alcune problematiche sociali; ma qui tutto è sospeso in una dimensione sottile, che malinconicamente parla di come può essere il nostro tempo: un azzurrognolo respiro contratto, che non giunge mai al fiato rotto della fatica fisica vera, ma che – forse proprio per questo – esplica la condizione degli individui in un’epoca disorientata, che si illude di trovare nell’assenza di punti fermi un metodo, un senso da conferire al percorso. Le campiture di colore si stendono come epidermiche essudazioni; la loro corporeità, appena intuita, è già evaporata e si lascia dietro opache, fascinose stratificazioni di umore vitale. Aria? No… Di quella neanche a parlarne. Qui non troverete traccia di spazi aperti. I fondali sono spesso luminosi, ma sempre ovattati. La realtà di natura – la stessa natura che siamo riusciti a contaminare a fondo col narcisismo dei nostri processi economici – resta fuori da queste stanze, da questi ambienti che ospitano situazioni in vitro, artificiali eppure a modo loro credibili; passi di danza solo pensati, movimenti ipotetici.

Le anatomie dei due ragazzi che si fronteggiano sotto la serpentina di un laccio rosa, ad esempio, sono sintetiche ma realistiche; eppure, chi può ritenere autentica la loro disputa amorosa? I due sanno di essere osservati e si prestano al nostro sguardo, nel cui interesse oggetti di scena sono disseminati qua e là con arguzia (qui lampade fluorescenti, altrove cuffiette da bagno, armi giocattolo, animali fuori contesto), senza congelare del tutto l’immagine in un rebus ma giocando con la sensazione di straniamento che anche i colori e le luci trasmettono, condotti come sono al limite del plausibile, del non concreto. Curioso che ad occuparsi di una simile proiezione virtuale del vivere non sia l’espressione digitale ma la pittura, condotta secondo prassi orgogliosamente legate all’accademia. Qui non si parla affatto – come è divenuta prassi comune nelle espressioni visive contemporanee – di buttarla nel cestino; men che meno in quello stilizzato dello schermo di un cellulare. (Fulvio Dell’Agnese, storico dell’arte e curatore)

 

Per info: 

Ufficio Cultura 0434787137

Venerdì: 16.00 – 19.00

Sabato e domenica: 10.00 – 12.00 / 16.00 – 19.00

Ingresso Libero

MORGANA, 2022. Acrylic on canvas, 120×100 cm.

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