Cambio Lavoro: il primo progetto della nuova Carrozzeria delle Rose

di Davide Silvioli

Studio d’artista, centro espositivo o luogo di confronto, Carrozzeria delle Rose, neonato spazio milanese deputato all’arte in tutte le sue possibilità di frequentazione, apre, per la prima volta, le proprie porte al pubblico. In questa occasione, in data cinque giugno, è stato presentato ai visitatori il progetto Cambio Lavoro, una collettiva spontaneamente ragionata intorno a precise opere di Miriam Montani, Claudia Petraroli, Emanuele Resce, Stella Stefani, Vincenzo Zancana, a cura di Valentina Avanzini. Come sotteso in introduzione, l’evento costituisce la prima manifestazione ospitata all’interno di questa nuova realtà culturale, sorta su iniziativa dell’artista Miriam Montani, la quale parla dello spazio come “un’enorme officina collocata nella zona Porto di Mare, nella periferia Sud-orientale della città di Milano e inserita in un contesto di riparazioni meccaniche, autolavaggi ecc…con proprietari e vicinato davvero speciali. In poco tempo è diventato un vero Porto di Mare, le prime e i primi ad approdare sono state le amiche e gli amici e con qualcuno di loro, in un momento conviviale, abbiamo ideato la prima mostra inaugurale dal titolo Cambio Lavoro. Sempre con loro ho trovato il nome dello spazio che riprende quello della carrozzeria vicina: Carrozzeria delle Rose”.

Secondo quanto argomentato, si tratta di una sorta di artist-run space (come si chiamano oggi) dall’impronta creativa interdisciplinare, già ravvisabile da questa prima mostra, che raccorda artisti diversificati per formazione, percorso e alfabeto.Cambio Lavoro, difatti, propone uno spettro stilistico eterogeneo, riconoscibile per la convivenza di un’evidente varietà di soluzioni tecniche, creando una commistione di linguaggi. Tanta pluralità è ben razionalizzata dall’allestimento, calibrato in risposta alle differenti caratteristiche della struttura, ora più connotata e ora più neutrale. Le opere, in questa quadratura di impulsi, attraversano la scultura e l’installazione, dimostrando un’attenzione privilegiata nei confronti dei materiali e, soprattutto, nella relazione significativa con lo spazio. Pertanto, leggendo le parole della curatrice, si veda come “Montani, che dalla sua terra natale ha ereditato l’onere del sacerdozio e del misticismo laico, fa gli onori di casa della Carrozzeria squarciandola a metà, con l’augurio che la ferita fresca marcata a fuoco possa aprirci altri mondi. Petraroli sceglie invece di dedicarsi al lavoro più necessario e meno riconosciuto di tutti e lava i piedi con le lacrime e li asciuga con una manciata di capelli. Zancana, nonostante i chiari avvertimenti dell’oroscopo (o al contrario seguendoli pedissequamente) si dedica a un’idea accantonata da tempo e come un qualche serpente sconosciuto cambia la pelle sua e quella dello spazio che lo circonda, scambiandole fra loro. Resce stringe alleanze con l’officina qui a fianco e in qualche modo ne ricava un totem che parla lingue a noi aliene, stranamente risonanti con un qualche dialetto meridionale. Stefani, forse l’unica a prendere la questione sul serio, si dedica, da straniera, al lavoro dell’artista. È quindi evidentemente un errore di calcolo quello che la porta a diventare invece viaggiatrice o meglio cartografa, sulla rotta che riporta Ulisse all’isola di Calipso”.

In attesa di scoprire i prossimi passi di Carrozzeria delle Rose, Cambio Lavoro è aperta al pubblico fino al dodici giugno.

Per tutte: Cambio lavoro, Installation view, Carrozzeria delle Rose. Foto © Claudia Petraroli.

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