a cura di Tomasz Wendland, Harro Schmidt, Filip Gajewski, Denise Carvalho, Hongjohn Lin, Weiming Ho
dal 10 settembre sino al 10 ottobre 2022
Opening: 10 settembre 2022 ore 18:00
Spazio Thetis, Palazzina Modelli, Arsenale Nord – Venezia
Sabato 10 settembre alle ore 18.00 presso Spazio Thetis sarà aperta al pubblico la Mostra Beyond CODE & Time che si può considerare il vero “colpo di coda” dell’arte sperimentale proposta al pubblico nel periodo di quest’ultima Biennale Arti visive 2022.
Il meraviglioso parco e i capannoni sapientemente restaurati ubicati all’interno dell’Arsenale storico cittadino, si apriranno nuovamente ad un tema caro a questo “Hub dell’arte contemporanea”: il rapporto e la stretta connessione fra arte e scienza. “Beyond CODE & Time” consentirà ai visitatori di entrare in sintonia con le trasformazioni della realtà sociale quotidiana in un linguaggio artistico essenzialmente sovversivo e “spudoratamente bello”. L’esposizione sarà principalmente una raccolta di opere con un carattere sperimentale-esplorativo, il cui spettro comprende dipinti post surrealisti, fotografie iconografiche, video performativi, performances dal vivo, nonché la loro espansione post futuristica in o tramite Internet sotto forma di un’ampia varietà di meme (immagini trasmesse), opere generative, All art e di sviluppo NFT.
La Fondazione Mediations Biennale, che ha come mission la creazione e il mantenimento di un dialogo a livello internazionale e di una riflessione congiunta fra artisti e scienziati sul futuro, ha tenuto a battesimo questo Progetto proprio a Venezia con Pavillion 0 ed ora, dopo decine di Mostre, pubblicazioni, incontri in tutto il Mondo, presenta l’evoluzione con Pavilion 04.
Nell’ambito di un’Esposizione a cui partecipano creativi con diverse caratteristiche provenienti dalla Polonia e da vari altri Paesi europei, The Thing Universe è la sezione dedicata agli artisti asiatici. Essi si spingono oltre l’ecologismo, ricercando la sapienza dell’abitare umano che reintegri la dimensione del Divino, dell’umano e del cosmico secondo un’impostazione ecosofica. Huang Xuan decostruisce la pratica discorsiva del linguistico artistico-creativo nel raccontare la purezza delle immagini. L’osservatorio di Lin Yi-Chun, “l’alto punto di osservazione privilegiato”, collega l’astrologia mitica e la sovranità dominante. La mediazione di Cheng Hsiang-yu di un museo dell’aviazione mostra la modellazione delle armi e la dinamicità e la velocità nell’arte delle guerre. Il progetto di NANONANO pone l’accento sul limite dello sviluppo urbano in relazione al tempo ipotizzabile per l’uomo sapiens. Il lavoro di Lin Pei-Ying presenta la simbiosi tra l’uomo e il virus, che ha lasciato la traccia di un organismo macrobiotico nel DNA. Il lavoro di Yao Jui-Chung evoca delle figure di “Tank Men” attraverso quattro carri armati fittizi gonfiabili e un lavoro di ambientazione.
“Solo pochi anni fa – dice Tomasz Wendland, curatore della Mostra – abbiamo compreso come gli aspetti più esasperati dell’antropocentrismo portassero verso una possibile estinzione dell’homo sapiens. È una riflessione che ha preso maggior peso dall’inaspettata pandemia di Covid 2019, che ha già causato 228 milioni di vittime, rendendoci consapevoli dell’esistenza di realtà parallele di cui non abbiamo chiavi, né codice di accesso. La quarta ondata e le successive mutazioni del virus, sembrano farci familiarizzare con il vicinato di una “intelligenza” imprevedibile e inorganica, che copre interamente la terra, come il citoplasma nel romanzo “Solaris” di Stanislaw Lem. A differenza di uno scienziato, l’artista in realtà lavora al di fuori del codice. Molto spesso, crea un’opera d’arte generandone il codice, che diventa anche il contenuto dell’opera. Il codice non è solo un mezzo per veicolare contenuti, ma soprattutto per scoprirli e ricercare la verità, che è la presenza stessa di un’immagine. Da qui il titolo del progetto BEYOND CODE & Time – sull’autonomia della creazione dell’opera d’arte dalla realtà. Creiamo, guidati da una profonda intuizione e da un istinto primordiale, che trae origine dalla notte dei tempi nella memoria del codice genetico. Il fatto di non sapere di cosa tratta il mio lavoro è la sua più grande ricchezza, un capitale che mi permette di andare oltre la comprensione. L’arte è la ricerca di significati universali, di cui vogliamo essere parte immanente, cercando di trascendere i limiti di un tempo che fuori di noi non esiste”.
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