ARTE E DIGITALE: IN VIAGGIO TRA PERCEZIONE E COSCIENZA

L’iniziativa organizzata da Associazione 5VIE, patrocinata dal Consolato Svizzero, ha visto la partecipazione di Direttori di Musei, Accademici, Giornalisti e oltre duecento ospiti. 

Centro Svizzero, Milano

Il 14 ottobre si è svolta, in chiusura della Digital Week – quest’anno sulla comunicazione tra uomo e mondo digitale atta a rilanciare la cultura creativa ed umanistica – presso il Centro Svizzero di Milano in via Palestro 2, la conferenza “Arte e digitale: in viaggio tra percezione e coscienza”. Focus del pomeriggio è stato la relazione tra il mondo dell’arte e il digitale: le discussioni si sono concentrate sulla funzione creativa delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificale, e sull’ampliamento  dell’interazione sensoriale possibile con esse.  
 
Si è parlato di quale possa essere il ruolo della “nuova percezione” digitale al fine di fornire un contributo all’individuazione e realizzazione di nuovi paradigmi artistici. L’evento, patrocinato dal Consolato Svizzero e promosso da Associazione 5VIE, ha ospitato due panel intervallati dalla presentazione del “metaverso umanista 5VIE”, momento a cura di Sebastiano Deva.
 
“Per noi, Consolato Generale di Svizzera, l’evento che si è tenuto oggi è stato estremamente importante: mette l’accento su arte e digitale, un tema grosso delle riflessioni oggi quando si parla delle connesioni con morale e cultura. Il tema di avere un approccio etico alle sfide del futuro è per noi, come Svizzera, essenziale per costruire una società futura inclusiva e capace di servire i bisogni dell’uomo” ha dichiarato Nicola Felder, Console Generale Aggiunto di Svizzera.
 
La conferenza è iniziata con il panel “Coscienza e digital art. Ruolo della coscienza nello sviluppo dell’arte digitale”, nel quale ci si è domandati se l’intelligenza artificale sia in grado o meno di “produrre arte”. La domanda che le nuove tecnologie obbligano a porsi è cosa significhi l’arte, interrogativo su cui da sempre l’umanità, e in particolare filosofi e storici dell’arte, si arrovella. Si è quindi indagato il ruolo della coscienza umana all’interno del processo artistico. 
La tavola, moderata dalla Professoressa e Ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano Raffaella Folgieri, ha visto la partecipazione di Angelo Lorenzo Crespi, Direttore della Pinacoteca di Brera, in collegamento da Parigi, di Maria Paola Borgarino, Direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano, di Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente MEET – Digital Culture Center, e di Guido Di Fraia, Prorettore all’Innovazione e all’Intelligenza Artificiale presso l’Università IULM.
 
“Michelangelo Buonarroti diceva che si dipinge col cervello e non con le mani. Questo ci fa riflettere, ci si domanda se l’intelligenza artificiale sia un mero strumento o qualcosa di più e del resto l’evoluzione straordinaria che abbiamo visto dall’arte classica a quella moderna, queste nuove installazioni anche interattive che hanno avvicinato il pubblico, ci fanno chiedere anche come sia cambiata la nostra percezione dell’arte e chiaramente comporta anche delle riflessioni sulla parte etica, sulla sostenibilità nelle IA nell’arte in generale. Queste le tematiche affrontate con gli ospiti oggi oggi” ha dichiarato la moderatrice del panel Raffaella Folgeri, professore di Artificial Intelligence presso l’Università degli Studi di Milano.
 
“Sicuramente un tema è quello del ruolo di un Museo che non può non interrogarsi su come il digitale e le nuove tecnologie hanno generato, possiamo dire dagli anni novanta ad oggi, con un’accelerazione sempre maggiore, un modo diverso di guardare alla realtà che viviamo tutti i giorni ma che, forse, non comprendiamo fino in fondo in tutte le sue implicazioni. L’arte digitale non è soltanto la conseguenza di un mero cambiamento tecnologico ma piuttosto un modo per aprire una finestra di riflessione che ci permette di comprendere se e come quel cambiamento tecnologico ha portato, e sta portando, ad un cambiamento sociale e culturale del nostro modo di stare e abitare il mondo e, quindi, di abitare nuovi immaginari” ha dichiarato Maria Paola Borgarino, Direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano.
 
“Il nostro tema, sia come Meet che a livello personale, è da sempre il tema dell’arte, il rapporto alle nuove tecnologie e, ancora di più, ormai per me quando si dice arte intendesi nuovi linguaggi espressivi e comunicativi dove le nuove tecnologie giocano un ruolo molto importante nello sviluppo di tali linguaggi, insieme ad artisti che siano preparati a rapportarsi con essi. Penso, in particolare, al tema che sta sempre più emergendo, motivo del convegno di oggi, del rapporto tra creatività, artista e tecnologie, come l’intelligenza artificiale. Qui la partita si gioca in due: in primo luogo aumentare la consapevolezza e la capacità di essere veramente dei creativi con questi strumenti e non degli utilizzatori; in secondo luogo, rendersi conto che questo mondo digitale non è tecnologico e basta ma è un ambiente e una dimensione culturale con la quale fare i conti” ha dichiarato Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente Meet & digital culture center di Milano.
 
“Credo che un momento come questo si offra come un’opportunità di riflessione collettiva sui rapporti che ci sono, o possono esserci, tra la coscienza e la creatività umana e quella artificiale in una serie di domande che questo tipo di tematiche ci offrono e rispetto le quali non abbiamo ancora, oggettivamente, una risposta ma solo degli interrogativi e quindi ben vengano momenti come questi in cui proviamo insieme a ragionarci sopra” dichiara Guido DI Fraia, Prorettore all’Innovazione e all’Intelligenza Artificiale presso l’Università IULM.
 
È poi stato presentato da Sebastiano Deva, ceo e art director di Innereo, il metaverso umanista “LQV – La Quinta Via”, un serious game ambientato nella ricostruzione virtuale del quartiere delle Cinque Vie di Milano. Una piattaforma permette allo spettatore di esplorare tre ambiti dell’animo umano: arte, magia e interpretazione, accompagnato da un avatar basato su intelligenza artificiale. Il gioco è ispirato al Secretum di Petrarca e utilizza l’arte e la narrazione per suscitare riflessioni profonde sulla coscienza e l’evoluzione personale.
 
“Oggi abbiamo presentato un progetto di metaverso generato da un’esperienza di IA che racconta una Milano del futuro. Un metaverso che è stato pensato sulla città del futuro ed è ispirato alla figura di Francesco Petrarca, abbiamo ricostruito il quadrilatero delle cinque vie e dentro questo spazio l’avvetura digitale sarà scoprire attraverso la forma di gamification un nuovo tipo di consocenza partendo dal libro più esoterico di Petrarca ‘Esoterum’” ha dichiarato Sebastiano Deva, ceo e art director di Innereo.
 
A chiudere la giornata il panel “Sensi e arte: arte dei sensi o che oltrepassa i sensi?”, discussione che si è concentrata sull’immaterialità delle opere digitali che sempre più trascendono le umane percezioni, rimettendo in discussione ciò che è considerato “reale” o meno. Il dibattito, moderato da Giacomo Maria Prati, Giornalista e Saggista, ha visto la partecipazione di Luca Maria Gambardella, Co-Creator The Sense Gallery e Professore AI USI Lugano e Daniele Finzi Pasca, Co-Creator The Sense Gallery, Regista e Coreografo.
“Oggi abbiamo presentato un progetto di metaverso generato da un’esperienza di IA che racconta una Milano del futuro. Un metaverso che è stato pensato sulla città del futuro ed è ispirato alla figura di Francesco Petrarca, abbiamo ricostruito il quadrilatero delle cinque vie e dentro questo spazio l’avvetura digitale sarà scoprire attraverso la forma di gamification un nuovo tipo di consocenza partendo dal libro più esoterico di Petrarca ‘Esoterum’” ha dichiarato il moderatore Giacomo Maria Prati, giornalista e saggista.
 
“Siamo di fronte a un tema di frontiera. L’arte ci avvicina al mondo dell’intelligenza artificiale in entrambe le direzioni, e questo è, a mio avviso, l’aspetto affascinante. Non è solo l’AI a creare, ma vediamo come l’artista stesso possa essere influenzato da questo universo per generare nuove opere. Da qui nasce una riflessione: “È o non è creativo? Esiste un punto d’incontro tra l’attività umana e quella delle macchine?”. Penso che questo pomeriggio ci divertiremo a esplorare queste questioni e a confrontarci su di esse” ha dichiarato Luca Maria Gambardella, co-creator The Sense Gallery e Professore AI USI Lugano.
 
“La grande questione riguarda il termine “arte” quando parliamo di arte digitale, poiché l’arte, in senso pieno, si realizza solo in rari casi, dove alcuni riescono a creare un perfetto connubio tra forma e contenuto. Il mondo digitale rappresenta dunque un nuovo strumento, che offre la possibilità di esprimere immagini e idee. Tuttavia, solo quando qualcuno saprà sfruttarlo in modo davvero magistrale, potremo forse assistere alla nascita di vere e proprie opere d’arte digitale” ha dichiarato Daniele Finzi Pasca, co-creator The Sense Gallery, regista e coreografo.
 
Presenti all’evento oltre duecento rappresentanti del mondo culturale, artistico, accademico e finanziario italiano.
 
 
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