L’opera, vincitrice della terza edizione del Playable Museum Award, la call for ideas per progettare il Museo del Futuro, aprirà un varco spazio-temporale tra il museo fiorentino e il Guggenheim di Venezia, unite dall’opera di Marino Marini
da sabato 3 settembre sino al 31 ottobre 2022
Museo Marino Marini, Firenze
Una finestra virtuale, un varco nello spazio-tempo tra le città di Firenze e Venezia, unite dall’opera di Marino Marini. Si chiama Art Gate il progetto vincitore della terza edizione del Playable Museum Award, la call for ideas rivolta a architetti, designer, sviluppatori, maker, artisti, storyteller, visionari e creativi di ogni ambito per pensare e realizzare il Museo del Futuro, che da sabato 3 settembre prenderà posto al piano terra del Museo Marino Marini di Firenze (piazza San Pancrazio). Pensata e realizzata da Anotherview Collective, collettivo internazionale di artisti e designers, Art Gate trasporterà il visitatore direttamente sul Canal Grande a Venezia per ammirare, in una veduta sincronizzata con l’ora reale e creata grazie alle più avanzate tecnologie 8k, l’opera “L’angelo della città”, realizzata proprio da Marini e posta all’ingresso della Fondazione Guggenheim, in una prospettiva che rompe le barriere fisiche e percettive.
Marco Tabasso, Tatiana Uzlova e Robert Andriessen: un italiano, una russa, un olandese, tutti giovani e globe-trotter, costruttori di connessioni tra luoghi d’arte e bellezza e di ponti virtuali per il dialogo tra comunità. Nel 2017 danno vita a Anotherview, un progetto visionario che consiste nella creazione di “finestre nomadi digitali”, ognuna delle quali racconta un giorno in un diverso luogo del mondo. Senza uno studio, uno showroom o un magazzino fisico, Anotherview ha virtualmente sede a Milano, ma è costantemente “altrove”, impegnato nella ricerca di storie e viste uniche che possano raccontare un tassello della nostra contemporaneità. Le finestre di Anotherview sono state esposte in fiere e mostre internazionali, come Art Basel Design Miami a Miami e Basilea, PAD London e Jingart in Cina.
“Dal 2016 il nostro studio costruisce pannelli e finestre interattive – racconta Marco Tabasso – che proiettano gli spettatori in un luogo “altro”. Queste installazioni raccontano la vita di un giorno da qualche parte nel mondo, in quello che è un ibrido tra arte e design. La finestra, intesa come struttura, è un elemento che fa da filtro tra la vita pubblica e quella privata, ci permette di guardare all’esterno, immaginando scene quotidiane, luoghi e persone, ed è in grado perfino di influenzare il nostro umore tramite ciò che osserviamo. Siamo partiti da questo concetto per far sì che il visitatore venisse proiettato in un “altrove”, con la possibilità di assistere per un’intera giornata alla vita che si sta svolgendo in una città lontana centinaia di chilometri da quella in cui si trova. In questo modo la stanza che ospita l’installazione si trasforma in un luogo metafisico”.
“L’installazione – continua Tabasso – riveste anche una valenza di tipo archivistico, perché cristallizza un momento specifico della vita che si sta svolgendo in altro luogo, che magari tra qualche decennio sarà profondamente diverso da come lo vediamo oggi. Questo è molto importante, soprattutto per conservare la memoria di specifiche aree del mondo che rischiano di scomparire”.
Il Playable Museum Award è un’iniziativa lanciata dal Museo Marino Marini di Firenze con un obiettivo: rivoluzionare la connessione fra persone, opere e istituzione museale attraverso tecnologia, innovazione e con uno sguardo al mondo del digitale. In palio ogni anno un grant da 10mila euro, oltre al supporto per lo sviluppo dell’idea. “Siamo stati conquistati da questa proposta che abbina tecnologia e immaginazione – spiega Patrizia Asproni, presidente del Museo Marino Marini – Art Gate, come lo Stargate del celebre film, permette di accedere a un luogo altro, ad un’altra dimensione. È una finestra che in modo straniante collega istantaneamente due diversi punti dello spazio-tempo. In un mondo che si sta trasferendo sul Metaverso, è il varco che permette di osservare l’altroquando”.
Più di 500 le proposte pervenute nel corso delle tre edizioni del contest, accomunate da un unico fattore: pensare fuori dagli schemi. Al momento è già attiva la nuova call per il 2022: la partecipazione è aperta e l’unico limite è l’immaginazione. Per candidare la propria idea è sufficiente aderire al bando sul sito internet del museo, c’è tempo fino al 31 ottobre (info: www.museomarinomarini.it/playable).
Avviato nel 2017 grazie alla collaborazione del creativo e game designer Fabio Viola, il Playable Museum Award si avvale di una giuria di esperti a livello internazionale provenienti da prestigiose istituzioni italiane e straniere il cui ruolo, oltre che nella valutazione dei lavori, consiste anche nell’accompagnamento dei vincitori lungo le varie fasi della realizzazione del progetto. L’iniziativa conferma il ruolo del Museo Marino Marini come hub di innovazione e sperimentazione: un laboratorio dove pensare prototipi da poter poi declinare anche in altri spazi. Tutte le proposte partecipanti ricevono visibilità tramite la presenza sul sito dell’iniziativa: un data base di creatività a cui attingere liberamente, un luogo per far incontrare le idee e i musei che desiderano realizzarle.
Info, bando e progetti delle passate edizioni: www.museomarinomarini.it/playable
Il Museo Marino Marini è nato dalla volontà di Marino e Marina Marini che, alla fine degli anni Settanta del Novecento, individuarono l’ex chiesa di San Pancrazio di Firenze come luogo ideale al quale legare la donazione di opere che l’artista, poco prima di morire, aveva fatto alla città. La ristrutturazione della chiesa, recuperata dopo secoli e ridestinata a una funzione pubblica, è stata realizzata dagli architetti Lorenzo Papi e Bruno Sacchi che hanno saputo creare un allestimento a immagine e somiglianza di quel mondo così affascinante di Marino Marini, uno dei personaggi più significativi della cultura figurativa del Novecento. Il museo ospita 183 opere di Marino Marini: disegni, litografie, dipinti, sculture, tutte esposte al pubblico sui quattro livelli del museo. Parte integrante del museo, recuperata alla visita del pubblico dopo un lungo restauro, è una delle meraviglie del Rinascimento fiorentino: la Cappella Rucellai, capolavoro assoluto dell’architetto Leon Battista Alberti, con il Tempietto del Santo Sepolcro.
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Tatiana Uzlova, Marco Tabasso e Patrizia Asproni.