TRA IL SOGNO E LA REALTÀ
Gianluca Capozzi
– Carla Sollazzo
Carla Sollazzo/ Gianluca, quali sono i riferimenti artistici riscontrabili nel tuo stile?
Gianluca Capozzi/ Mi piacciono tutte le forme d’arte, ma guardo soprattutto alla pittura e al disegno, del passato e del presente. I miei preferiti, tra i pittori, sono Gerhard Richter, Wilhelm Sasnal e Michaël Borremans. Ma non ci sono riferimenti artistici diretti nei miei dipinti; credo che la pittura sia una continua sperimentazione.
CS/ Da cosa parti per realizzare le tue opere (dalla forma, dal soggetto… ) e da cosa trai ispirazione?
GC/ Parto dal disegno, delle mie emozioni e di quello che mi circonda. L’osservazione della natura è centrale nel mio lavoro. Dalla pittura – studiandone il segno e il colore e i suoi confini estremi di possibilità rappresentativa – al video, come prolungamento della stessa, come esplosione addizionata di musica e movimento; la musica è una delle mie principali fonti di ispirazione. Poi ci sono dei film che hanno personaggi e ambientazioni particolarmente interessanti, specialmente quelli meno recenti; così come pure le fotografie. Mi attrae anche il pensiero magico sudamericano e quello orientale, in relazione alle nuove scoperte della fisica quantistica. Un nonsense pervaso di significati ancestrali. Mi ispira tutto ciò che può diventare parte della realtà e non solo la sua mera rappresentazione.
CS/ C’è un’opera in particolare che consideri come la tua prima opera d’arte riuscita? Perché?
GC/ Sì, il mio primo dipinto, realizzato all’età di quattro anni; in quel momento ho capito quale sarebbe stata la strada che dovevo/volevo percorrere.
CS/ In Psychedelic breakfast with friends – un acrilico su tela realizzato di recente – perché scegli di raffigurare questo preciso momento della giornata, la colazione, e perché la immagini “psichedelica”?
CG/ La mattina rappresenta un passaggio tra il mondo onirico e quello reale; il risveglio è inteso come parte di un vissuto molto vicino alla psichedelia, un viaggio dove la realtà viene allargata da una coscienza più ampia, alterata rispetto all’ordinario e lontana dal mondo logico razionale. È anche un riferimento a un celebre brano dei Pink Floyd.
CS/ Oggi, in quale direzione si sta volgendo la tua sperimentazione?
GC/ La mia sperimentazione è direzionata verso un’indagine sulle nuove scoperte della fisica quantistica, che ci mostrano come la realtà sia formata e creata da chi osserva; quindi, non è la realtà che forma la coscienza, ma la coscienza che forma la realtà. Sto studiando anche il legame che può intercorrere tra la scienza e la religione, il pensiero dei grandi filosofi, il pensiero andino e quello orientale.
PSYCHEDELIC BREAKFAST WITH FRIENDS, 2019. Acrilico su tela, 80×120 cm. Courtesy dell’artista.