di Loredana Barillaro
Le opere di Roberto Masullo hanno una duplice vita, una duplice sostanza. Se le guardiamo ci appaiono pacate, minimali, essenziali e pure, una lettura chiara, senza contraccolpi. Ma è davvero così? Sembra in realtà di no. Nei suoi lavori entra in scena la tempesta che tutto muove e scuote, ed è proprio dalla tempesta che cominciamo a capirne il senso. L’artista, in fondo, ce lo spiega molto bene, ci racconta delle storie, ci fa viaggiare nel passato arcano della sua Sicilia, del suo amato mare, e c’è una parola in cui è possibile racchiudere la narrazione di questi dipinti, la dragunara.
Roberto Masullo porta avanti una ricerca colma di tradizione, di riti, di mito, ci conduce nella Magna Grecia, del cui ricordo è intrisa la contemporaneità del Mediterraneo e lo fa, appunto, attraverso il mito della dragunara, ossia la “coda del drago” che altro non è se non la tromba d’aria, temuta dai marinai e dai pescatori isolani. Ma non è solo questo, essa è maleficio e buon augurio, è luce e abisso.
Uno studio approfondito delle varie popolazioni dell’estremo sud dell’Italia in cui luoghi e genti interpretano, vivono e placano la furia del mito. E’ affascinante quanto compiuto dall’artista; egli riesce a traslare nella contemporaneità l’elemento mitologico, ci rende capaci di rintracciarlo nella mente mediante la costruzione di un ricordo; ci invita a compiere una lettura dei suoi lavori slegata e al contempo immersa nell’oggi, in cui è possibile realizzare anche, e necessariamente, una narrazione di tipo antropologico, al cui interno – come fra le pagine di un libro – è possibile rintracciare personaggi quali Cristoforo Colombo o San Francesco di Paola.
A Konnubio troviamo tele e carte di grandi e più piccole dimensioni, caratterizzati tutti da una trattazione geometrica della superfice cromatica che nella quasi totalità di essi viene suddivisa in più piani, la superficie viene “tagliata” da una linea decisa, così com’è deciso il taglio della “coda del drago”. Sono pochi i toni cromatici che compaiono – il blu, il nero, il rosso, l’ocra – i quali, trattati nelle diverse gradazioni, ci conducono ad un avanzamento alla luce o, al contrario, ad abissarci nella profondità del mare.
Roberto Masullo ci fornisce delle chiavi di lettura mediante inserti scritti che egli inserisce nei suoi dipinti, poche ed essenziali parole a suggerirne il significato. Ci troviamo davanti a opere in cui l’analisi della superstizione e la ricerca antropologica e cromatica si legano allo stato d’animo dell’artista. In bilico tra calma e dragunara.
© 2024 Loredana Barillaro e SMALL ZINE