LA NUOVA DIGITAL FELLOWSHIP DI POMPEII COMMITMENT. MATERIE ARCHEOLOGICHE

Pompeii Commitment. Materie Archeologiche – Digital Fellowship, parte di Pompeii Commitment. Materie archeologiche, primo programma d’arte contemporanea a lungo termine istituito dal Parco Archeologico di Pompei, presenta la Digital Fellowship di Ed Atkins (1982, Oxford, Regno Unito), intitolata Copy of Victim 32. Rinomato per la sua ricerca sperimentale con i media digitali, Ed Atkins approfondisce questioni esistenziali della vita umana attraverso il prisma della tecnologia avanzata e i suoi grotteschi tentativi di rappresentare fedelmente la corporeità, l’interiorità e la complessità del reale. Nella sua Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Digital Fellowship, l’IA e la digitalità sono contestualizzate e considerate in relazione al restauro, alla verità, all’autenticità e alla perdita. L’artista presenta tre opere, due delle quali appositamente realizzate per Pompeii Commitment. Materie archeologiche, che propongono atti di (ri)animazione e restauro creativo in cui svariati strumenti di IA sono utilizzati per rielaborare un film muto del 1971, una foto inedita appartenente all’archivio fotografico del Parco Archeologico di Pompei, speculativamente datata 1957, e una sequenza di un film in bianco e nero del 1926 — aggiungendo informazioni mancanti o andate perse. Ordinando le opere presentate cronologicamente dalla più recente alla più antica, secondo la datazione dell’originale di riferimento, Atkins propone uno scavo archeologico del paesaggio mediatico, accompagnato da una selezione di suoi scritti, tradotti per la prima volta in italiano, e una serie di note scaturite dall’esperienza stessa della Digital Fellowship. Il titolo “Copy of Victim 32”, si riferisce nello specifico all’immagine rielaborata digitalmente a partire da una foto storica inedita del Parco Archeologico di Pompei, che raffigura il ritrovamento di una vittima a Porta Nocera nel 1957.

Tutte le opere presentate utilizzano strumenti tecnologici avanzati per offrire un restauro blasfemo dell’ originale, portandolo a una condizione di completezza raggiunta dalla fedeltà tecnologica di oggi. Nel complesso ciò che viene svelato — anche attraverso il design che Ed Atkins ha concepito per la Digital Fellowship, essenziale ma spinoso, in cui il testo prende il sopravvento — è l’oscurità entropica della storia. Colmando le lacune, diventa più evidente la scarsa conoscenza che abbiamo delle circostanze di ogni opera originale. Lo stesso eccesso di informazione si traduce in una percezione distaccata ed estremamente semplificata della realtà rappresentata, dove l’ipotesi diventa palesemente il punto di partenza della fedeltà immaginata.

Dal 2022 il programma di Digital Fellowship consente artiste e artisti, curatrici e curatori, ricercatrici e ricercatori di svolgere per un periodo di alcuni mesi una ricerca estesa – sia a distanza che in situ – concentrandosi su aspetti connessi sia alla storia che alle simbologie, alle narrazioni e ai possibili significati del sito pompeiano. Le Digital Fellowship promuovono la ricerca artistica e curatoriale all’interno del contesto unico, stratificato, trans-temporale e multi-specie di Pompei.

 

BIOGRAFIA ARTISTA

Negli ultimi dieci anni circa, Ed Atkins (1982, Oxford, Regno Unito) ha esplorato il divario sempre più ridotto tra rappresentazione ed esperienza e ha metaforizzato quest’ultima sottolineando il pathos della prima. La scommessa di Atkins è che se la realtà può essere de-realizzata dalla tecnologia informatica, dall’intelligenza artificiale, dallo scripting algoritmico, ecc. (per non parlare delle parole, dei colori, delle canzoni, ecc.), allora forse può anche essere riscoperta grazie a questi mezzi. Gran parte del lavoro di Atkins – animazione, prosa, disegni, performance e suono – potrebbe essere immaginata come un autoritratto contorto e malinconico. Mostre personali recenti includono: Tank, Shanghai (2022); New Museum, New York (2021); Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2019); K21, Düsseldorf (2019); Martin-Gropius-Bau, Berlino (2017); Museum für Moderne Kunst, Francoforte (2017); DHC/ART, Montréal (2017); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2016); The Kitchen, New York (2016); Statens Museum for Kunst, Copenhagen (2016); Stedelijk Museum, Amsterdam (2015); Serpentine North Gallery, Londra (2014). Le opere di Atkins sono state esposte alla 56esima e alla 58esima edizione di La Biennale di Venezia; alla 13esima Biennale de Lyon; e a Performa 13 e 19. Nel 2016 Fitzcarraldo ha pubblicato ‘A Primer for Cadavers’, un’antologia di testi di Atkins, e nel 2019 ha pubblicato ‘Old Food’, mentre nel 2021 per Koenig Books è uscito un libro di disegni per bambini. Nel 2025 Ed Atkins presenterà alla Tate Britain la sua più grande personale fino ad oggi.

 

Per info:
Press Office – Parco Archeologico di Pompei
+39 081 8575327 | pompei.ufficiostampa@cultura.gov.it

PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Farini, 70 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com
Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | m. +39 340 9182004

 

Credits: Ed Atkins, Copy of Victim 32 (detail), 2024. Courtesy the Artist.

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