di Loredana Barillaro
B come Basement. B è il titolo della mostra in corso negli spazi della galleria Cartavetra guidata dalla Direttrice Brunella Baldi, in via Maggio, a Firenze.
La mostra vede protagonista un inedito allestimento del collettivo con base a Roma, ma i cui componenti hanno provenienze geografiche differenti. Quattro artisti, quattro ricerche portate avanti, in parallelo e in autonomia, che tracciano un percorso comune ma non univoco. Punti di vista, rimandi, confronti, pensieri e lavoro, tutto avviene e prende vita in maniera spontanea, senza forzature, in un proficuo interscambio che sa di crescita, che si evolve e che corre.
Ogni artista rappresenta una componente essenziale all’interno di un fare singolo ma che sa aprirsi al dialogo con gli altri. Ed è esattamente questo, un percorso di scoperta in cui, ognuno di essi, accompagna il visitatore al disvelamento della propria particolare ricerca. Luoghi, oggetti che mutano la propria essenza per divenire altro, ad ogni tocco della mano e ad ogni sguardo dell’occhio; un continuo andare in avanti fatto di ricerce – emotive e gestuali – di scoperta e sprimentazione.
La fotografia di Mattia Morelli, la pittura di Margherita Giordano, la scultura di Giovanni Longo, la sperimentazione dei materiali di Giulia Spernazza. Epidermidi, superfici, materiali consunti, paesaggi dalle fattezze inedite e inaspettate si allineano nella costruzione di uno spazio e di un tempo fatto di incontro. Ideale e fisico.
E molteplici le chiavi di lettura. Nel testo – a firma di Giulia Masini e Sara Parolini – si legge, per l’appunto, che “I portali verso il trascendente di Margherita Giordano e gli sfondi micro paesaggistici di Mattia Morelli, che indagano il dialogo uomo-paesaggio, permettono agli esseri scheletrici, completi o evocati, di Giovanni Longo di sopravvivere. Il tempo invece è reso palese dalla sedimentazione degli elementi fissati nelle opere tridimensionali ed eteree di Giulia Spernazza.”
La mostra rimarrà aperta fino all’11 febbraio.
Per tutte: Veduta della mostra. Courtesy Cartavetra Art Gallery.
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