a cura di Carmelo Cipriani, con il coordinamento scientifico di Rosalba Branà
Opening: 26 agosto ore 19
fino al 2 ottobre 2022
FONDAZIONE PINO PASCALI, Polignano a mare
Inaugura il 26 agosto alle ore 19 presso la project room della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare la mostra azzurro elementare, personale dell’artista Ilaria Abbiento a cura di Carmelo Cipriani, con il coordinamento scientifico di Rosalba Branà. Il titolo della mostra, che si svolge nell’ambito di Artecology, il format della Fondazione Pascali legato alle tematiche dell’ambiente e del climate change, sempre più attuali nel nostro presente, si rifà a quello di un libro del poeta Pierluigi Cappello da cui è tratta la poesia Elementare:
E c’è che vorrei il cielo elementare
Azzurro come i mari degli atlanti
La tersità di un indice che dica
Questa è la terra, il blu che vedi è mare
Da circa un decennio l’artista, nata a Napoli nel 1975, ritrae il mare, studia il sapere ad esso legato, indaga il paesaggio costiero e i luoghi che da esso traggono identità e sussistenza. Una scelta di campo precisa, compiuta nel 2013 quando coglie suo padre e sua figlia nell’atto di immergersi nel mare di Paestum, entrambi colti di spalle. Quello scatto ha generato l’opera Lido Conchiglia (il titolo è anche il luogo della ripresa), poi confluita nella collezione “Imago Mundi” di Luciano Benetton”, spiega il curatore della mostra. “Tutto nella fotografia richiama il mare e la memoria. S’incontrano così i due temi cardine della sua poetica, uno riflesso nell’altro. Fino a quel momento il rapporto tra la sua ricerca e il mare non era esclusivo, subito dopo lo è diventato. Il frangente dello scatto si è convertito in scavo interiore e guardare l’orizzonte è diventato per lei guardarsi dentro. In quell’immagine primordiale, in cui tre generazioni si susseguono prendendosi per mano, l’artista ha ritrovato un intero patrimonio memoriale. Alla sua mente sono riaffiorati alcuni ricordi, uno in particolare legato alla sua infanzia, in cui il padre nell’atto di guarirla da una piccola ferita, la immergeva nell’acqua dicendole: “Ilaria il mare sanifica tutte le ferite”. La capacità disinfettante dell’acqua salata, nella sua mente di adulta, si è poi trasformata in possibilità lenitiva per le ferite dell’anima”.
Il tema del mare, da sempre fondamentale nella programmazione della Fondazione Pino Pascali, che lo ha affrontato attraverso lo sguardo dell’artista di cui porta nome e tradizione, ma anche di molti altri artisti e nei progetti europei portati avanti dal museo, unifica qui due coste: quella Adriatica, sulla quale si affaccia la Fondazione e quella Tirrenica, negli occhi e nella pratica dell’artista, diventando una sorta di oceano interiore, confluendo poi nel Mediterraneo.
In mostra, inoltre, le opere Cartografia del mare del 2017, un polittico in cui le immagini marine si combinano a quelle di un’antica cartina nautica del golfo di Napoli, il diario metaforico Quaderno di un’isola, lavoro fotografico realizzato nel 2019 durante una residenza d’artista sull’isola dell’Asinara, in Sardegna e Acquario, installazione polimaterica in teca del 2021 in cui sono raccolti molti elementi della sua ricerca artistica sul Mar Mediterraneo. Infine, Teorèma Celèste del 2020. Qui l’artista, racconta Carmelo Cipriani, nel suo testo critico di accompagnamento, “ricorda quando il padre la portava sul terrazzo a vedere le stelle e di fronte al firmamento le diceva “un giorno diventeremo stelle ed è lì che un giorno ci incontreremo ancora”. La morte del padre apre all’artista la dimensione celeste, anch’essa territorio da esplorare in termini sia geografici che emotivi. Il mare è associato al cielo, il primo è materia a cui l’artista ha donato il suo cuore, il secondo è lo spazio in cui ora riposa il padre, l’uno e l’altro uniti in un incontro perfetto. Nel video si odono rumori di sottofondo, suoni non chiaramente distinguibili ma in perfetta sintonia con l’immagine placida e poetica della superficie marina. Con sorpresa si apprende che si tratta dei rumori registrati dalla Nasa nello spazio. Passate al vaglio del ricordo, profondità marine e infinito cosmico s’incontrano e si scoprono inaspettatamente vicine”.
Ilaria Abbiento è un’artista partenopea. La sua pratica artistica, che dedica da molti anni al tema del mare, è costellata da immagine e materia e percorre itinerari cartografici immaginari volti a un’indagine poetica del suo oceano interiore. È stata allieva di Antonio Biasiucci orientando il suo percorso a una ricerca di fotografia d’autore. Le sue opere sono state esposte in molte gallerie d’arte e musei prestigiosi sia in Italia che all’estero come al PAC, Padiglione d’arte contemporanea a Milano, Al Blu di Prussia a Napoli, Riccardo Costantini Contemporay a Torino, Pac/Porto d’Arte Contemporanea a Salerno, Il Fondaco Arte Contemporanea a Bra, Le Quadrilatère Galerie a Beauvais in Francia, L’Art Pur Gallery a Riyadh e Hafez Gallery a Jeddah in Arabia Saudita, l’Institut Culturel Italien a Parigi, la Galleria d’Arte Moderna a Catania, il Museo Macro a Roma, il Museo Madre e il Museo di Villa Pignatelli a Napoli. Alcune opere sono presenti in Collezioni d’Arte pubbliche e private come Imago Mundi Art, l’Archivio del Fondo Malerba per la fotografia, la Mediterraneum Collection, e la Biblioteca Vallicelliana di Roma. Ha partecipato a varie residenze d’artista tra cui BoCs Art a Cosenza, The Photosolstice all’Asinara in Sardegna, Plaza Art Residency sull’isola di Capraia e Residenze Mediterranee in Corsica. Ha esposto in Festival di fotografia internazionali, tra cui il Photolux Festival di Lucca e il Photaumnales in Francia. Ha vinto diversi premi e ha avuto molti riconoscimenti, tra cui un’opera finalista alla decima edizione del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee.
Si ringrazia la mc2gallery per la collaborazione
Ufficio stampa:
Fondazione Pino Pascali, Polignano a mare
+39 3201122513
www.museopinopascali.it
Ilaria Abbiento, Teorèma Celèste, 2020 pietra celeste installata in teca in plexiglass trasparente