Dall’Origine alla Salvezza | Roberto Demarchi

dal 15 settembre al 14 novembre 2022

Duomo di Torino

Il pittore espone presso gli spazi della cattedrale torinese un corpus di opere inedite astratte dedicate al tema del viaggio esistenziale dell’umanità. La prima delle due mostre in programma – dal titolo “Origine” e di tema veterotestamentario – sarà visitabile dal 15 settembre al 14 novembre prossimi. Una seconda antologica – dal titolo “Salvezza” e dedicata al Nuovo Testamento, ideale prosecuzione della prima – è in previsione per il 2023.
 
Roberto Demarchi – schivo, severo, apprezzatissimo astrattista torinese – torna protagonista di una mostra monografica a Torino: dal 15 settembre al 14 novembre prossimi saranno infatti esposte in duomo a Torino 16 tavole su legno dedicate alla prima parte (“Origine”) dello sconfinato tema del viaggio dell’essere umano “Dall’Origine alla Salvezza”.
 
La prima delle due mostre in programma si terrà presso gli spazi del Museo Diocesano, allestito nella cripta della cattedrale di San Giovanni Battista (il duomo di Torino appunto), nell’omonima piazza. La seconda mostra, ideale prosecuzione della prima, sarà organizzata negli stessi spazi il prossimo anno, un date da definire.
 
Ecco i titoli delle 16 opere, quasi tutte di grandi dimensioni, del corpus “Origine”, dedicate agli episodi e ai personaggi dell’Antico Testamento: “La caduta di Lucifero”, “La creazione di Adamo”, “La creazione di Eva”, “L’albero della conoscenza”, “Cacciata dall’Eden”, “Caino e Abele”, “ La riconciliazione dopo il diluvio”, “La torre di Babele”, “Abramo e la Fede”, “Abramo sotto le stelle”, “Il sacrificio di Isacco”, “La scala di Giacobbe”, “Mosè e il roveto ardente”, “ Mosè e le tavole della Legge”, “ La morte di Mosè”, “Il profeta Elia”. La seconda antologica avrà titolo “Salvezza” e sarà dedicata a temi neotestamentari.
 
Si legge nella presentazione del professor Claudio Strinati: «È, quella di Demarchi, un’astrazione quale fattore visivo germinale della vibrazione luminosa e della configurazione di figure geometriche cariche di senso recondito ma non inattingibile; e quel senso va ricercato proprio nell’intento dell’artista di conferire una forma congruente a questioni di carattere etico determinanti per il nostro essere e il nostro vivere».
 
Roberto Demarchi nasce il 15 marzo 1951 a Torino, dove compie studi classici e di architettura. Il suo percorso artistico comincia assai precocemente perfezionandosi, dal 1966, sotto la guida del pittore torinese Riccardo Chicco: la sua prima mostra si svolge nel 1969, presso la Galleria Cassiopea di Torino, con presentazione di Angelo Dragone. Demarchi è stato docente di storia dell’arte contestualmente all’esercizio della professione di architetto coltivando, negli anni, un attento ed approfondito studio della filosofia, della letteratura e della musica. Non marginale è da ritenersi, inoltre, la sua attività di conferenziere in particolare nell’ambito della storia dell’arte. Risale al 1990, a Torino, la mostra dal titolo “Alogia”, un “percorso nel buio della coscienza e della memoria” che segna il passaggio da un linguaggio figurativo, già attento alla potenzialità espressiva di materiali e tecniche inusuali, all’astrazione. Nel marzo 2001 prende definitivamente corpo il ciclo “Perì Physeos” che, con un linguaggio pittorico binario rigorosamente ridotto all’uso di quadrati e rettangoli, riflette sul momento aurorale del pensiero occidentale, in particolare su quello dei filosofi presocratici. Su questo lavoro venne presentata nel 2003 in Campidoglio a Roma e a Palazzo Bricherasio a Torino una grande monografia (Editore Crocetti) alla cui stesura parteciparono alcuni dei massimi esponenti europei della poesia, della letteratura e della filosofia, tra i quali Zanzotto, Bonnefoys, Kunert, Raboni, Patrikios, Severino… Da allora la ricerca del pittore, oltre che ad approfondire la riflessione sul pensiero presocratico, si declina sulle opere del poeta tragico Eschilo e sulla interpretazione e rappresentazione di tematiche sacre tratte dall’Antico e Nuovo Testamento. Di qui la mostra “Genesi” presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2007 con la cura di Antonio Paolucci (già Direttore degli Uffizi ed attuale Direttore dei Musei Vaticani), che curerà anche, tra il 2008 e il 2009, la mostra “Genesi del Mondo e Genesi dell’Arte” nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Nell’aprile 2011 Claudio Strinati presenta, nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano, il trittico “La passione secondo Matteo”, riflessione in astrazione sull’omonima opera di J. S. Bach e nel settembre dello stesso anno il pittore espone, nel Palazzo delle Stelline (sempre a Milano) il ciclo “Storia di un quadrato giallo”, cinque grandi tavole sul percorso esistenziale dell’uomo. A dicembre del 2011 il Comune di Roma Capitale ospita la mostra “Vangeli Astratti” (con catalogo Skira), curata ancora da Claudio Strinati e composta da dodici tavole di grandi dimensioni che interpretano in astrazione altrettanti episodi dei Vangeli. La stessa mostra viene proposta, nel marzo 2012, a Torino nella chiesa del SS. Sudario presso il Museo della Santa Sindone. Nel novembre 2013 Roberto Demarchi pubblica, per i tipi dell’Editore Allemandi, il volume “La Tempesta”, che propone una innovativa lettura iconologica del ben noto dipinto del Giorgione, accompagnata da una propria interpretazione pittorica in astrazione. Il 13 giugno 2014 è stata inaugurata, a Tokyo, presso l’Istituto Italiano di Cultura – Ministero degli Esteri, la mostra ”Haiku” con la presentazione di diciassette dipinti che restituiscono, con un linguaggio pittorico astratto, altrettanti componimenti poetici giapponesi. La mostra e il catalogo (Editore Allemandi) sono stati curati da Antonio Paolucci. Particolarmente significativa, nel 2015 a Torino, è la mostra “Antologia Astratta”, nella quale sono stati presentati venticinque dipinti per venticinque poeti, da Alcmane a Zanzotto. Il 10 marzo 2016 il Museo d’Arte Orientale Chiossone di Genova torna a proporre, con durata sino al 10 luglio, la mostra “Haiku”, presentata nel 2014 a Tokyo. La Fondazione Bottari Lattes espone, dal 9 luglio al 17 settembre 2016, una triplice mostra dal titolo “Forma, Materia e Spirito” in Palazzo Tovegni a Murazzano, nello spazio Don Chisciotte a Torino e nella sede di Monforte. Il 27 maggio 2017 sono presentate, in Palazzo Carignano a Torino, le sette tavole del ciclo “Genesi”, già esposte, nel 2007, all’Archivio di Stato, a cura di Antonio Paolucci. Nel luglio del 2018 è pubblicato il libro “La moneta di Caravaggio”, con prefazione di Claudio Strinati. Il volume propone una inedita scoperta di Demarchi celata in un particolare della “Vocazione di Matteo” di Caravaggio. Nella sede di Piazza Castello a Torino l’Archivio di Stato ospita, il 7 novembre 2018, la mostra “Alle Radici”. Nove tavole di grandi dimensioni presentano il pensiero di altrettanti filosofi greci (da Talete a Democrito). Il 28 settembre 2019 nella storica sede fiorentina del “convitto La calza” è inaugurata una mostra antologica dal titolo “Il Rinascimento ritorna”.
 
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Roberto Demarchi, La torre di Babele. Courtesy inspire communication.
 
 
 

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