Teodora Malavenda/ Quando e come è iniziato il tuo percorso fotografico?
Salvatore Santoro/ È incominciato tardi rispetto a tanti altri miei colleghi. Dopo un breve ma intenso assaggio della Facoltà di Lettere moderne di Napoli (Salvatore è di Caserta ndr), mi sono trasferito a Bologna dove ho iniziato a lavorare come impiegato. La svolta è arrivata nel 2006 quando ho deciso di cambiare mestiere per dedicarmi a ciò che realmente mi piace: la fotografia. Ho frequentato un workshop con Gerd Ludwig e Kent Kobersteen e un Magnum Masterclass con Alex Majoli. L’incontro con Alex in particolare, ha ribaltato la mia vita professionale.
TM/ Nel 2012 la pubblicazione di Saluti da Pinetamare. Il libro curato da Chiara Capodici e Fiorenza Penna di 3/3, è stato selezionato al DUMMY AWARD 2012 al 5th International Photobook Festival ed è stato esposto a Le Bal (Parigi), MIA Fair (Milano), s.t. galleria (Roma), F/STOP Photofestival (Leipzig). Raccontaci il progetto.
SS/ Un aspetto fondamentale del progetto è l’autoproduzione. Si tratta di un libro particolare che non mi ha lasciato molte alternative. La carta, la copertina, gli inserti e la rilegatura a mano hanno dei costi che nessun editore avrebbe coperto completamente. Le foto sono state scattate tra il 2009 e il 2011, lungo i 54 km della Strada Statale n.7 “Domitiana”, nella città di Licola, Lago Patria, Ischitella, Villaggio Coppola, Castel Volturno, Pescopagano, Mondragone e attraversando la costa mediterranea delle province di Caserta e Napoli. Questi sono i luoghi in cui trascorrevo le vacanze 25-30 anni fa. All’epoca erano frequentati da centinaia di turisti soprattutto stranieri. Erano gli anni del boom economico. Sorgevano ogni giorno nuovi stabilimenti balneari, hotel di lusso, pizzerie, ristoranti, bar.
Sembrava di essere a Rimini. E invece erano proprio quelli i primi segni che poi avrebbero deturpato irrimediabilmente l’area. (…)
Dall’alto: dal libro fotografico SALUTI DA PINETAMARE. Dal libro VERBRANNTE ERDE. Courtesy dell’artista.