SMALL TALK _ SMALL ZINE N. 2

COSA CI SALVERÀ?

Niccolò De Napoli                                                                                                           – Loredana Barillaro

 
Loredana Barillaro/ Niccolò sembra che tu sia facendo un percorso ordinato e senza eccessi, rivelando un lavoro di ricerca di qualità. Parlami di quest’ultimo periodo, cos’è che ci mostrerai?
Niccolò De Napoli/ Cosa mostrare lo decido solitamente poco prima di una mostra o di qualche evento importante, posso dirti su cosa sto lavorando, poi se lo mostrerò o meno sarà davvero un mistero. In seguito alla partecipazione alla Biennale di Venezia dello scorso anno, nella sezione calabrese del Padiglione Italia, dove ho presentato il mio primo video Something in a Livingroom sto lavorando ora sul concetto di paradosso, mi piace impostare il mio lavoro su diversi piani interpretativi, partendo sempre dall’impatto paradossale che ha l’opera sul fruitore. Sto utilizzando diversi media, ma per quanto riguarda il mio ultimissimo lavoro, posso solo accennare che è un qualcosa di molto simile ad un “manuale” da poter consultare, del quale nessuno potrà fare a meno! Questo manuale sarà un trattato sull’unico vero “luogo”, anzi “non luogo”: la nostra mente. Il solo prendere consapevolezza di ciò potrebbe mandare in tilt parecchi individui, e ti assicuro che questo manuale sarà la loro unica ancora di salvezza!
LB/ Molti tuoi lavori si caratterizzano per la presenza assoluta del bianco e del nero, c’è una ragione precisa?
NDN/ Perché da piccolo a scuola mi rubavano i pennarelli colorati, lasciandomi solo il pennarello nero! Scherzi a parte, l’utilizzo del bianco e del nero in molti miei lavori, non è frutto di un ragionamento razionale, bensì di un’intuizione profonda, quasi spontanea; sicuramente simbolo di un dualismo che mi pervade. A livello stilistico ed estetico, il loro utilizzo è la sintesi perfetta della mia idea che poi si palesa con il gesto. Definirei il bianco ed il nero come la mia personale percezione di “assoluto impermanente”. La mia ricerca artistica procede di pari passo con la conoscenza del sé, ed è mirata soprattutto al raggiungimento di una qualità del contenuto incomunicabile. Quando lavoro a qualcosa cerco di essere totalmente asettico ed anestetizzato, infine mi occupo solo di manipolare le mie visioni e le mie intuizioni. Penso che tra la figura dell’artista e quella dello sciamano ci siano molte analogie, tutti gli artisti a modo loro sono un po’ sciamani!
 

STATI MENTALI E TANGIBILI, 2010. Vetro, legno, resina, cenere, dimensioni variabili. Courtesy dell’artitsa. Foto: Andrea Miceli Rovito.

  © 2011/2012 BOX ART & CO.