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ROB PRUITT’S FLEA MARKET IN VENICE 

Galleria A plus A – Venezia

– Valentina Tebala

Rob Pruitt's Flea Market in Venice -  Galleria A plus A, Venezia

In una società che tende sempre più a limitare i rapporti di relazione autentici tra gli individui a favore di quelli virtuali filtrati attraverso i media, il contributo benefico dell’arte – o meglio degli artisti – raggiunge uno dei suoi risultati migliori quando crea opere e operazioni che riescono invece ad allargare le possibilità di stabilire nuovi contatti, nuove vicinanze tra la gente. Nuove occasioni relazionali non convenzionali, anche quando in realtà reinterpretano una forma di relazione umana molto antica e tradizionale… come un mercatino delle pulci, ad esempio. Il mercato è sempre stato il luogo in cui si ritrova una dimensione della vita urbana attiva e ludica, partecipata. E la Serenissima ne sa qualcosa: città mercantile dedita da secoli al commercio, fino a divenire ai giorni attuali “merce” turistica lei stessa, Venezia sembrerebbe dunque il contesto ideale per ospitare – per la prima volta in Italia – il celebre progetto dell’artista americano Rob Pruitt: il Flea Market (mercatino delle pulci in inglese) degli artisti. Il progetto prevede che la comunità artistica locale, artisti nazionali ed internazionali, invitati dallo stesso Pruitt, interagiscano attivamente e spontaneamente con il pubblico all’interno di un contesto che abbandona la fisionomia e il rigore del tipico white cube per assumere i connotati e l’atmosfera di un insolito «bazar d’artista». La misteriosa artista Astro Amanda ha letto il futuro al visitatore curioso registrando la predizione su una vecchia musicassetta; la bolognese Sissi ha cucito su misura per il visitatore i suoi Spellati, numerandoli e firmandoli; Gracie Devito e Peter Harkawik hanno trasformato il loro banchetto in uno stand di street food, cucinando e vendendo i sandwich preferiti di certi personaggi famosi. Ma a sbizzarrirsi con le idee e i progetti più originali, o proponendo le loro opere a costo ribassato (proprio secondo lo spirito di un mercatino), erano presenti al Flea Market artisti come Daniel Eatock, Brent Owens, Cecile Nogues, James Ostrer, Thomas Bullock, e ancora Giuseppe Stampone, Laurina Paperina, la storica rivista E IL TOPO, poi Kensuke Koike, l’Associazione Fondazione Malutta, Paola Angelini, Corinne Mazzoli o Serena Vestrucci e Francesco Maluta. Nel periodo più frenetico che Venezia e i veneziani conoscano, in cui visitare un’esposizione artistica, che sia una mostra collaterale o un padiglione esterno alla Biennale stessa, rappresenta la regola per qualsiasi turista ma in cui è privilegio di pochi – tra vip e addetti ai lavori invitati alle feste o agli opening – scambiare qualche chiacchiera con gli artisti (figuriamoci poi in un ambiente così informale), il progetto di Rob Pruitt si è proposto come un’esperienza alternativa. La natura performativa dell’evento (già presentato anche alla Tate Modern di Londra e alla Monnaie di Parigi) mette in luce l’aspetto commerciale dell’arte, solitamente nascosto o parzialmente celato, riflette sul valore sociale e sull’ambiguità che esiste tra oggetto banale e opera d’arte, ma soprattutto abbatte le barriere che separano l’artista e il suo pubblico; e quelle tra un pubblico d’élite e la gente comune. E poi, come afferma Pruitt, chi non ha mai amato il mercato delle pulci? Il Rob Pruitt’s Flea Market in Venice è durato solo quattro giorni – dal 5 all’8 maggio 2015 – nelle giornate di anteprima della Biennale d’Arte, ed è stato organizzato dagli studenti del “22° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee” della School for Curatorial Studies Venice, con l’apporto curatoriale di Tommaso Speretta.
ROB PRUITT’S FLEA MARKET IN VENICE. Courtesy Galleria A plus A, Venezia.

© 2015 Civico115 Edizioni

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