PEOPLE ART

CAMPO & CONTROCAMPO

Gianluca Marziani

Secondo te, la Critica, quella vera, quella odiosa, da temere e non dormirci la notte, da esecrare e smembrare addirittura nelle sue parti umane, esiste ancora, o è solo appannaggio dell’auditel? Fortunatamente ancora esiste ma con bassi margini di incidenza quantitativa. Alcuni settori hanno ormai perso una critica elaborativa, il contesto artistico è forse uno dei pochissimi settori dove la critica riveste un ruolo tra la teoria assertiva e l’esercizio pratico del fare arte. Di certo la critica è cambiata in maniera macroscopica, mescolandosi con le dimensioni curatoriali e con la realtà combinatoria dei nostri giorni. La verità è che non esiste ormai una critica ma sempre di più emergono singoli critici: basti pensare alla televisione, luogo su cui Aldo Grasso ha un peso critico determinante ma dove pochissimi altri esercitano un’influenza su programmi e idee. Siamo nell’era dell’individualismo fondativo, un’epoca di criticatori (critici/curatori) che teorizzano senza dimenticare il senso della scena mediatica, l’attorialità performante, il carico relazionale e la gestione di tutte le piattaforme professionali.

Hai un sito (ricchissimo di contenuti), un profilo su facebook e un blog su myspace. Che rapporto hai con questi mezzi di comunicazione? Quanto e se per un curatore è importante servirsi dei social network per comunicare ciò che fa? Il valore tecnologico è oggi una necessità fluida che contribuisce al mestiere curatoriale su tre piani: informativo, comunicativo, elaborativo. Non vedo la tecnologia come un’opzione ma come elemento intrinseco allo spirito della nostra epoca. Una tecnologia necessaria e utile, ancor meglio se bella e desiderabile. Da maneggiare con cura, perché come qualsiasi forma di bellezza contiene alte dosi di fragilità.

Sembra che oggi in Italia il ruolo del curatore si sia inflazionato. Molti cercano di intraprendere una carriera curatoriale, pochi ce la fanno veramente. Perché? Quanto conta la bravura, quanto la fortuna? Credo sia una mescola di vari fattori: conta avere una passione solida e onesta, l’unica che ti fa studiare ogni giorno, senza traguardi definitivi; poi conta la visione, l’obiettivo messo a fuoco, la definizione di una propria idea; quindi conta il fattore umano, il modo in  cui si interagisce con gli altri, con cui ti proponi e spieghi le tue idee, non dimenticando che in ogni mestiere devi sempre convincere qualcuno a fare qualcosa; e poi conta la giusta dose di fortuna, determinante in ogni giro vincente della vita.
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p. 8 SMALL ZINE n. 0 Ottobre – Dicembre 2011
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